Martedì 27 Aprile. Omer si è laureato. Beh, che c’è di strano? È
periodo di lauree. Tutto nella norma, no? Diciamo così: è nella norma
che ci sia chi conclude un percorso di studi che ha iniziato, ma
esistono situazioni particolari che meritano di essere conosciute.
L’esperienza di Omer Mariani, di Grumello del Monte, è tra queste.
Omer ama la storia e quando parla di storia i suoi occhi si illuminano;
nel raccontare eventi lontani nel tempo, parla come riferisse qualcosa
accaduto mezz’ora prima e si muove, perfettamente a suo agio, tra i
secoli e le vicende più complicate con entusiasmo travolgente. Si ha la
percezione di vederlo là, dinanzi agli eventi che avvengono, che scruta
con attenzione ciò che accade e, sapientemente, legge l’accaduto alla
luce di tanti dati: storici, geografici, letterari, psicologici. Lo
ricordo, ormai dieci anni fa, arrivare con grande entusiasmo nelle aule
delle terze medie di Grumello a parlare della sua amata storia, lui che,
nel suo lavoro, tratta di tutt’altro.
Per lui, collezionista di cartoline e lettere che i soldati al fronte
durante il primo conflitto mondiale inviavano alle famiglie, alle
persone care, al parroco, studiare storia significa immergersi nelle
pieghe più profonde dell’animo umano. Con passione, raccontava ai
ragazzi gli eventi di quegli anni bui, la vita dei soldati (anche
grumellesi), le loro speranze e le loro paure, le censure che quelle
lettere scritte tra mille difficoltà dovevano subire. Qualche anno fa,
insieme a una collega della scuola media, abbiamo iniziato a insistere
con Omer: “Dai, iscriviti a storia!”. “Ma no, non ce la faccio. Cosa
volete che faccia dopo trent’anni senza studiare? No, non ci riesco… la
tengo come passione personale, ma non riesco più ormai a fare
l’università”. Ci abbiamo impiegato diverso tempo per convincerlo; poi,
un giorno, sorridente, mi dice: “Don, mi iscrivo a storia, alla statale
di Milano.. ci provo”. Ci ha provato, Omer. E ci è riuscito. Ha
conciliato lo studio con il suo lavoro e il suo impegno di marito e di
padre; si è alzato alle quattro e mezza del mattino, tante volte, per
studiare senza togliere nulla ai suoi doveri ordinari. Ha inseguito il
sogno. E lo ha realizzato.
Martedì 27 aprile, dopo tre anni di studio, circondato dai suoi
famigliari, dagli amici e da chi gli vuole bene, tra i quali io e la mia
collega Teresa (insegnante di lettere.. e storia!), elegantissimo e con
un’emozione commovente, ha discusso a distanza la sua tesi, stesa sotto
la guida del professor Massimo Baioni: La storia e le storie. Lettere e cartoline della Grande Guerra. Sì,
quel materiale raccolto per passione è diventato oggetto della sua
tesi, con la quale ha restituito tutta l’umanità di quella povera gente,
in gran parte morta per la libertà della sua patria, collocando in modo
eccellente queste vicende nella storia dell’epoca. Omer, a 55 anni, ora
è dottore in Storia (con un gran bel voto!!) e, determinatissimo, si
prepara ad iscriversi alla Laurea Magistrale. Sento una profonda
gratitudine nei confronti di Omer. Ci insegna che studiare è un dono,
sempre. Sia questo studio a livello accademico piuttosto che a livello
di ricerca personale, è sempre fondamentale. Abbiamo bisogno di cultura,
di ricerca, di competenze. Studiare significa voler bene agli altri,
perché può studiare adeguatamente solo chi ama la verità, chi non ha la
presunzione di sapere senza avere l’umiltà di accostare i libri e gli
studi, frutti della fatica di molti. E ci insegna, il nostro Omer, che
non è mai troppo tardi per realizzare un sogno. Quando ci sono passione e
buona volontà, si possono fare grandi cose! Complimenti dottor Omer, e
grazie!