Si sta pregando per l’unità dei cristiani. Rispetto a qualche
decennio fa si ha l’impressione che il tema sia meno sentito. Tu cosa ne
pensi? E come pensi che il tema possa interessare anche le comunità
parrocchiali e le comunità di base della nostra diocesi? Raffaella
Condivido la sua opinione, cara Raffaella! La diminuzione
dell’interesse verso l’ecumenismo riguarda, tuttavia, anche tante altre
problematiche odierne come la pace, la giustizia e la salvaguardia del
creato, le ingiustizie, le guerre, la stessa sofferenza dell’innocente,
la fame ecc. La mentalità individualista della quale siamo impregnati ci
toglie la capacità di appassionarci per il grandi ideali che, qualche
decennio fa, scaldavano il cuore muovendoci ad un impegno in prima
linea. Siamo così assuefatti a queste sfide, che, con difficoltà, ci
lasciamo coinvolgere.
INCAPACI DI SENTIRE “IN GRANDE”
A mio parere, il problema è a monte e riguarda la nostra capacità di
sentire “in grande”. Spesso, infatti, i nostri interessi personali o le
nostre difficoltà divengono il centro della nostra vita! Senza togliere
nulla alla serietà della nostra esistenza, dobbiamo ammettere che spesso
gravitiamo attorno al nostro piccolo mondo, impedendoci di sentirci
parte dell’intera umanità le cui ferite, al contrario, ci appartengono e
le cui sfide sono anche le nostre. Nell’ambito della fede perdiamo di
vista la grande passione per il Regno, che, invece, dovrebbe spronarci
ad un impegno maggiore nella nostra quotidianità e nella nostra
comunità. Per quanto riguarda l’ecumenismo dobbiamo riconoscere che si è
percorsa molta strada in questi ultimi decenni: la riflessione
teologica tra le Chiese si è approfondita, molte iniziative sono state
realizzate e altre sono in cantiere; tuttavia, mi pare di non esagerare
affermando che facciamo fatica a “sentire nella nostra carne” la comune vocazione all’unità,
troppi sono, infatti, i pregiudizi che ci impediscono di considerarci
membri del’unica Chiesa di Cristo! L’impegno ecumenico non è un
“optional” per il cristiano che non può rinunciare alla passione per
l’unità! Ce lo chiede lo stesso Cristo che, prima della sua Pasqua, ha
pregato per l’unità dei suoi discepoli! Ce lo chiedono i numerosi
martiri di ogni culto che per il nome di Cristo hanno perso la vita, in
quello che Papa Francesco ha definito “ecumenismo del sangue”; ce lo
chiede l’umanità intera, inconsapevolmente assetata di verità. La ferita
della divisione, inferta al corpo di Cristo che è la Chiesa, è uno
scandalo e una contro testimonianza che i cristiani danno al mondo. Non
si tratta di livellare ogni differenza o di rinunciare alla propria
peculiarità, ma di riconoscere che, oltre le differenze reciproche, sono
molti i punti in comune che ci uniscono e che le diversità di ciascuna
confessione sono ricchezza e invito per le altre.
DIALOGO NECESSARIO. I GESTI DI PAPA FRANCESCO
Non temiamo, perciò, di incoraggiare i credenti delle nostre comunità
a conoscere e a cogliere la ricchezza delle altre confessioni sorelle.
Abbiamo, infatti, tutti bisogno dei nostri fratelli nella fede!
Cerchiamo occasioni di incontro con i fratelli delle altre Chiese,
perché «un autentico dialogo è sempre un incontro tra persone con un
nome, un volto, una storia, e non soltanto un confronto di idee» (papa
Francesco, Istambul 30 nov 2014) e soprattutto valorizziamo, senza
paura, le molteplici situazioni quotidiane dove possiamo vivere
l’ecumenismo “spicciolo”, fatto di amicizia, solidarietà, incontro e
condivisione. I gesti posti dal nostro pastore, Papa Francesco, sono
profetici. Nella la sua visita al Patriarca Bartolomeo, affermò:
«Incontrarci, guardare il volto l’uno dell’altro, scambiare l’abbraccio
di pace, pregare l’uno per l’altro sono dimensioni essenziali di quel
cammino verso il ristabilimento della piena comunione alla quale
tendiamo». E ancora: «…il ristabilimento della piena comunione, non
significa né sottomissione l’uno dell’altro, né assorbimento, ma
piuttosto accoglienza di tutti i doni che Dio ha dato a ciascuno per
manifestare al mondo intero il grande mistero della salvezza realizzato
da Cristo Signore per mezzo dello Spirito Santo». Consapevoli di questa
grande realtà, continuiamo, quindi, a vivere la settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani, occasione di grazia per conoscere e per
apprezzare la ricchezza delle altre confessioni cristiane. Le molteplici
iniziative in programma trovino nelle nostre comunità accoglienza e
interesse.