Dopo aver letto il mio articolo su quelli che secondo Isaia
partoriscono aria, un amico mi ha chiamato per dirmi la sua sorpresa
nello scoprire che nella Bibbia abbonda l’ironia. Gli sembrava una cosa
straordinaria e voleva sapere se è vero, perché stentava a crederci. Si
vede che anche lui si portava in corpo da chissà quando l’idea di un Dio
che non scherza e col quale c’è poco da scherzare.
NELLA BIBBIA SI RIDE E MOLTO
Non fu difficile, nemmeno per un badilante della Bibbia come me, il documentargli che è vero.
Dio, stando al Libro sacro, si diverte, ride e perfino se la ride. Gli parlai del divertimento di Dio in Proverbi 8,31 (Io giocavo sul globo terrestre e mi deliziavo di stare tra i figli dell’uomo)
e del suo riso nei Salmi. Andammo insieme a cercare in una vecchia
Bibbia tascabile che porto sempre con me i vv. 2-4 del Salmo 2 (Insorgono
i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e
contro il suo Messia… Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce
dall’alto il Signore) e anche il v. 13 del Salmo 37 e il v. 9 del 59.
Gli feci anche notare la comicità di Lc 3,1s (Nell’anno quindicesimo
dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore
della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello,
tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca
dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio
scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto). Come si vede,
dopo un elenco solenne del jet set del mondo politico e religioso di
allora, l’evangelista gira improvvisamente l’obbiettivo di 180° e dice
che la Parola di Dio scansò tutti quei bigs e scese su uno stravagante e
ispido eremita nel deserto alla periferia dell’impero. Uno sberleffo
bell’e buono.
Gli mostrai il divertente imbarazzo del capofesta delle nozze di Cana
dopo il miracolo di Gesù; l’ironica via di uscita che il Signore trova
di fronte al dilemma che gli propongono quelli che gli hanno portato
davanti la donna colta in flagrante adulterio e l’ancor più ironica
conclusione del fatto (Gesù permette di lanciare la prima pietra a chi è
senza peccato e se ne vanno tutti, «cominciando dai più vecchi»)
e, per finire, il marameo che, risorgendo, Gesù fa al Sinedrio e al
ridicolo picchetto che questi aveva posto a guardia… di un morto.
I TROMBONI CHE VOGLIONO ESSERE COME DIO
Detto tra noi, a Dio non costa nemmeno molto il creare situazioni
comiche: basta che, eterno com’è, stia lì fermo, per veder cadere uno
alla volta da soli i tromboni che si gonfiano per assomigliare a lui.
Basta che dica che per lui, il Creatore, gli uomini son tutti uguali,
perché immediatamente quelli che esibiscono orpelli di una loro presunta
superiorità si trovino ridicolmente spiazzati.
Venendo a noi, su questa base, io penso che anche i veri credenti in Dio
hanno il segreto dell’ironia. Infatti. quando il criterio dell’ironia è
l’assoluto, ogni presa in giro de falsi assoluti dà gloria a Dio e ‘fa
ridere gli angeli’, come si diceva una volta.
Un esempio? Il passo di San Paolo, 1Tim 2,2, che a me da sempre pare una battuta al vetriolo.
San Paolo scrive che bisogna pregare per i re e per quelli che hanno
autorità. E fin qui niente di speciale. Il bello viene quando spiega
perché bisogna pregare per i capi.
Nelle nostre Messe, alla preghiera dei fedeli, quando si prega per chi
ha autorità, si chiede al Signore che li illumini, li protegga, dia loro
saggezza, forza, efficacia, dia successo alle loro buone iniziative,
ecc ecc… E qualcuno che non ama le autorità in carica non ama molto quel
tipo di invocazioni; teme che possa voler dire appoggio alla loro
politica. San Paolo invece dice: «Bisogna pregare per i re e per tutti quelli che hanno autorità affinché noi possiamo vivere una vita tranquilla, in pace». In parole povere, affinché non ci secchino, non ci facciano troppo del male, non ci sconvolgano troppo la vita.
Si noti che quando San Paolo intona quella preghiera dei fedeli per le
autorità, a Roma è imperatore Nerone… Ora, se l’Apostolo ha fatto
pregare per le autorità quando al potere c’era Nerone e nessuno nella
Chiesa di allora ha avuto da ridire, ai tempi nostri si deve poter
pregare per le autorità anche se al potere c’è qualcuno che manderemmo
volentieri a casa. Ma ci vuole un briciolo di ironia.
E A PROPOSITO DELLE AUTORITÀ ECCLESIASTICHE…
Nella telefonata con l’amico seguì una pausa meditabonda. Fu ancora
lui a rompere il silenzio: «Secondo te, San Paolo fa quella
raccomandazione ironica pensando anche alle autorità della Chiesa?».
«Non credo», rispondo subito. «Come fai ad esserne così sicuro?», chiede lui stupito.
«Perché un giorno, dopo aver parlato con i suoi discepoli del modo di
fare dei re e dei signori di questo mondo, che dominano i popoli e poi
spudoratamente si fan chiamare benefattori, della specie di quelli sui
quali ironizza poi San Paolo, Gesù disse: Attenzione! Tra voi però non
deve essere così».
«Quindi, niente ironia verso le vostre autorità? ». «No! Il contrario:
niente autorità che governino in modo che i sudditi debbano rivolgersi
al Signore per avere un po’ di serenità e di pace».
«Così sia!» conclude ghignando impercettibilmente l’amico. «No – dico io – tutto sommato, così è!».