In questo Vangelo dei discepoli di Emmaus ci vedo alcune applicazioni da
fare al tempo che stiamo vivendo. I discepoli se ne andavano tristi
scoraggiati e avevano perso ogni speranza per il futuro. Ecco cosa ci
capita oggi in questa situazione di emergenza. Viviamo come sotto una
cappa di piombo dove aleggia l’angelo della morte e semina paura, timore
e sembra che non ci sia più un futuro in cui sperare. Se guardiamo solo
le circostanze non vediamo altro, ma dobbiamo aprire gli occhi della
fede per vedere che Dio ha già la soluzione e in spirito possiamo già
intravedere la fine della prova. Dio prova per approvare, per farci
salire di livello; dopo ci sarà un mondo migliore. Dopo la tempesta
viene il sereno e dopo la prova viene la benedizione: maggiore è la
prova, maggiore sarà la benedizione. Noi dobbiamo solo invocare il
Signore con fede ed Egli accorrerà in nostro soccorso. Ho trovato un
passo del profeta Geremia che pare sia stato scritto per questa
situazione: “Invocami e io risponderò…”
*
Invocami e io ti risponderò
“ La parola del Signore fu rivolta una seconda volta a Geremia:
«Così dice il Signore, che ha fatto la terra e l'ha formata per renderla
stabile e il cui nome è Signore:
Invocami e io ti risponderò e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci. Ecco
io farò rimarginare la (tua) piaga, ti curerò e risanerò; procurerò
abbondanza di pace e di sicurezza. Cambierò la sorte di Giuda e la sorte
di Israele e li ristabilirò come al principio. Li purificherò da tutta
l'iniquità con cui hanno peccato contro di me e perdonerò tutte le
iniquità che han commesso verso di me e per cui si sono ribellati contro
di me.
Ciò sarà per me titolo di gioia, di lode e di gloria tra tutti i popoli della terra
, quando sapranno tutto il bene che io faccio loro e temeranno e
tremeranno per tutto il bene e per tutta la pace che concederò
loro. Dice il Signore: In questo luogo, di cui voi dite:
Esso è
desolato, senza uomini e senza bestiame; nelle città di Giuda e nelle
strade di Gerusalemme, che sono desolate, senza uomini, senza abitanti e
senza bestiame, si udranno ancora grida di gioia e grida di allegria,
la voce dello sposo e quella della sposa e il canto di coloro che
dicono: Lodate il Signore degli eserciti, perché è buono, perché la sua
grazia dura sempre, portando sacrifici di ringraziamento nel tempio del
Signore,
perché ristabilirò la sorte di questo paese come era prima, dice il Signore.
Così dice il Signore degli eserciti: In questo luogo desolato,
senza uomini e senza bestiame, e in tutte le sue città ci saranno ancora
luoghi di pastori che vi faranno riposare i greggi. Nelle città dei
monti, nelle città della Sefèla, nelle città del mezzogiorno, nella
terra di Beniamino, nei dintorni di Gerusalemme e nelle città di Giuda
passeranno ancora le pecore sotto la mano di chi le conta, dice il
Signore.
Ecco verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali io
realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa di Israele e alla
casa di Giuda”. (Geremia 33)
*
Sentinella a che punto è la notte?
“Sentinella a che punto è la notte?” chiede il profeta Isaia. Noi
con la fede possiamo già intravedere l’aurora e allora riconosceremo il
Signore allo spezzare del pane come i discepoli di Emmaus, quando anche
noi parteciperemo di nuovo alla mensa eucaristica e avremo il cuore
ardente e molto più desideroso di riceverlo dopo questo tempo di
prolungato digiuno eucaristico.
Intanto nessuno ha potuto impedirci di andare direttamente al trono
della grazia. Se le chiese erano chiuse le porte dei Cieli erano
spalancate e il Signore ci aspettava per darci il battesimo nello
Spirito Santo e rivestirci di potenza dall’alto. Coraggio dunque
carissimi alziamo gli occhi al cielo e vedremo che la notte sta per
cedere il passo a un’aurora più radiosa e luminosa che mai.
Il vangelo in poche parole