Messaggio del VESCOVO per la QUARESIMA
A voi tutti, fratelli e sorelle, che vivete la comune esperienza
ecclesiale, membri del popolo santo di Dio, salvato e redento dal
Signore Gesù, il primo dei risorti:
auguro che il tempo quaresimale, nel quale la Chiesa maternamente ci
introduce e ci accompagna in questo periodo, diventi l’occasione
favorevole per orientarci con piena e gioiosa consapevolezza alla santa
Pasqua. Essa ci offre la possibilità reale di partecipare al flusso di
“vita nuova”, capace di vivificare, rinnovare e rigenerare tutto ciò di
cui il Signore, crocifisso e risorto, ci rende partecipi.
Tutto è iniziato in noi il giorno del nostro Battesimo. Questo dono
non è destinato a consumarsi. Se lo accogliamo, può progredire e
svilupparsi, perché con la forza prorompente dello Spirito santo
possiamo vivere sempre più consapevolmente una vera vita filiale e
fraterna, proprio come quella vissuta da Gesù nella pienezza della sua
umanità.
In questo tempo santo vogliamo, quindi, riconoscere il dono ricevuto,
chiamati come siamo a far fruttificare la grazia battesimale, sempre
attiva, che rende la nostra esistenza una immagine viva di Gesù, il
consacrato del Padre, che ha donato se stesso per la vita degli uomini,
suoi fratelli.
È tempo di accogliere la grazia ricevuta, che ci definisce “popolo
sacerdotale”, inviati nel mondo per essere segno e strumento della
gloria di Dio, mentre cerchiamo di testimoniare l’amore oblativo di
Cristo, che continua ad agire proprio attraverso il nostro amore
sacrificale, cioè mediante una vita che continuamente si fa dono e
servizio a tutti, senza distinzione. La vita acquista, infatti, tutta la
sua verità e bellezza non tanto nell’avere, quanto nel donare, non
nell’accumulare, ma nel seminare il bene e condividerlo.
Il Battesimo, ricevuto come offerta pienamente gratuita e come
compito permanente, deve però essere accolto da ciascuno con vivo
realismo e gratitudine. Proprio perché non venga meno la sua efficacia
nella nostra storia, usufruiamo, soprattutto in questo periodo, del
sacramento della Riconciliazione, la “sorella del Battesimo”,
riprendendo una sana abitudine che in questo tempo di pandemia è venuta
quasi del tutto meno nelle nostre Comunità. “Non stanchiamoci di chiedere perdono nel sacramento della Penitenza, sapendo che Dio mai si stanca di perdonare”, ci ha suggerito più volte papa Francesco. Non tardiamo a tornare a Dio che “largamente perdona”
(Is 55,7) e riconosciamo che se Dio è il protagonista del nostro
rinnovamento interiore, che ci rende liberi dalla schiavitù del male e
del peccato, confessarsi diventa il sacramento della vera gioia. Solo
mediante questa disposizione interiore sapremo accogliere la grazia del
perdono e insieme gioirne profondamente.
Senza questo mezzo di grazia, che ci permette di estirpare il male
dalla nostra vita, infatti, saremmo tentati di affrontare il tempo di
Quaresima solo come una serie di semplici osservanze, che se non
motivate e comprese nella loro vera finalità, potrebbero essere
interpretate quali prescrizioni puramente esteriori, che poco hanno a
che fare con la dignità e la libertà dei figli di Dio, frutto della
Pasqua del Signore.
Aiutiamoci, quindi, a vivere intensamente il nostro comune sacerdozio
battesimale alla luce dell’augurio che papa Francesco ha rivolto a
tutta la Chiesa nel suo messaggio per questa Quaresima 2022, attinto
dalla Parola di Dio: “Non stanchiamoci di fare il bene. Se infatti
non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo
l’occasione, operiamo il bene verso tutti” (Gal 6, 9-10a). E’ un
invito a farci prossimi a quei fratelli e sorelle che sono feriti sulla
strada della vita, in particolare con quanti in Ucraina stanno vivendo
il dramma della guerra, una vera follia che noi possiamo affrontare e
vincere con le sole armi della preghiera.
+ Oscar Cantoni, vescovo