Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

Vangelo Ragazzi: Piccola grande fede ... un granello di senape per un gelso

Vangelo Ragazzi: Piccola grande fede ... un granello di senape per un gelso

Videovangelo della domenica in cartoni animati

Videovangelo bambini XXVII dom TO anno C

Anche noi vogliamo capire

PRIMA LETTURA (Abacuc 1,2-3; 2,2-4)
Il profeta Abacuc chiede conto a Dio del suo silenzio e del suo lasciar fare ai ricchi e ai potenti, mentre i poveri e i deboli subiscono ingiustizie e violenze. La risposta del Signore è un invito a rimanere fedele e una promessa: la sua Parola si realizzerà e i giusti vivranno mentre gli empi soccomberanno.

* Capire le parole
Iniquità. Letteralmente significa “cosa non equa”. Si riferisce alle ingiustizie, ai soprusi, alle violenze causate ai deboli e agli indifesi, approfittando della loro condizione di inferiorità.
Il giusto vivrà per la sua fede. Quando sembra che Dio non vede e si disinteressa degli oppressi, in realtà sta solo concedendo al malvagio di recedere dalla sua condotta e cambiare vita e permette che il povero si mostri realmente saldo e fedele.


SECONDA LETTURA (2 Timoteo 1,6-8.13-14)
Questa lettera è rivolta a Timoteo e a tutti i pastori delle Chiese locali. Il dono del ministero che hanno ricevuto va vissuto con forza e amore a servizio della comunità. I fedeli vanno difesi con l’esempio e la testimonianza da coloro i quali introducono novità che contraddicono il Vangelo annunciato dagli apostoli.

* Capire le parole
Ravvivare il dono di Dio. Un sacramento è dato una volta per sempre perché Dio non si riprende indietro i suoi doni, impegno di alleanza. Ma da parte dell’uomo è necessario rinnovare costantemente la consapevolezza della bontà divina per accrescerne l’efficacia.
Il bene prezioso che ti è stato affidato. Il vescovo Timoteo ha ricevuto in custodia il gregge di Dio. Nulla è più prezioso e gli deve stare più a cuore che la salvezza delle anime.


VANGELO (Luca 17,5-10)
Di fronte agli insegnamenti del Signore i discepoli sentono il bisogno di crescere nella fede e chiedono a Gesù questo dono. La sua risposta è un incoraggiamento, perché tutto è possibile a chi crede in lui. La parabola ricorda a tutti noi cristiani che non possiamo accampare nessun diritto davanti a Dio per le nostre buone opere, come pretendevano i farisei.

* Capire le parole
Accresci in noi la fede! Questa richiesta degli apostoli sembra avere quasi un tono di magia, che scavalchi con facilità la fatica del credere. In realtà la fede è al tempo stesso un dono da parte di Dio e un atto di adesione della persona, una sua libera scelta.
Un granello di senape. Tra tutti i tipi di piante, Gesù sceglie quella che reca i semi più piccoli per avvertire la misura minima di fede che spesso neppure si ha nei riguardi delle cose di Dio.


PER RIASSUMERE… La liturgia di oggi mette in evidenza un aspetto fondamentale della vita del cristiano: la fede. Essa ci permette di essere forti e pazienti di fronte alle sofferenze e alle persecuzioni, di comprendere la volontà di Dio e di realizzarla, di lasciarci illuminare nel conoscere le verità rivelate, per viverle.

La riflessione (commento a cura di Maria Teresa Visonà)

Nel Vangelo di oggi si parla di un granello di senape.

Voglio soffermarmi su questo granello così potete capire meglio il significato delle parole di Gesù.

Non so voi, ma io non avevo mai avevo visto i fiori della senape fino a qualche anno fa... poi, in occasione di un pellegrinaggio in Terra Santa, ho avuto modo di trovarli e così me ne sono portata a casa un rametto che ho fatto seccare e che ora tengo come caro ricordo dentro la Bibbia.

Sono fiori molto carini, gialli, con forma cilindrica e da lì si sviluppa il frutto che contiene numerosissimi semi piccoli, rotondi e scuri. Ci sono vari tipi di senape, ma quella di cui parlava Gesù era quella “nera”, sia perché molto diffusa in Medio Oriente, sia perché è quella che raggiunge l'altezza maggiore (fino a tre metri).

Qui è proprio il caso di dire che bisogna vedere per credere quanto minuscoli siano i granellini di senape: pensate... la loro dimensione è anche meno di un millimetro!

Io sono rimasta sbalordita dalla loro piccolezza, in particolar modo perché pensavo alle parole che abbiamo sentito nel Vangelo di oggi: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». Vorrei anche farvi notare che il gelso era considerato un albero molto difficile da sradicare per la forza che le sue radici hanno nell'ancorarsi al terreno...

Allora, agli apostoli che dicono: «Accresci in noi la fede!» Gesù risponde proprio questo: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Questa risposta di Gesù ci presenta un'immagine quasi inverosimile ma che ci fa capire che, anche se la nostra fede è piccolissima, è sempre efficace e capace di fare cose grandi.

Gli apostoli riconoscono di avere poca fede (dal momento che chiedono che possa crescere) e Gesù, buono e misericordioso, non diminuisce il valore del poco che hanno, anzi riconosce che loro possono compiere qualcosa di straordinario: parlare a un gelso e comandargli di sradicarsi e trapiantarsi nel mare.

A Lui non importa la quantità della nostra fede, gli preme piuttosto la sua qualità, la sua autenticità.

Ma, per cercare di comprende meglio queste parole di Gesù, voglio addentrarmi con voi in un argomento un po' difficile da capire col cervello in quanto bisogna capirlo col cuore. Apriamo allora ben bene i nostri cuori.
Finora abbiamo parlato di fede. Ma cos'è la fede?
È un atto di fiducia nel Signore.

Facciamo un esempio molto concreto di cui fate esperienza ogni giorno.

Voi vi fidate dei vostri genitori? Affidate a loro la vostra vita, i vostri pensieri, i vostri dubbi, le vostre gioie o dolori, le vostre difficoltà? Affidate a loro tutto di voi?

Penso proprio di sì, innanzitutto perché vi rendete conto di quanto amore hanno nei vostri confronti ed inoltre perché avete la consapevolezza che, senza di loro, non potreste vivere in quanto siete ancora piccoli, fragili, bisognosi di cure ed attenzioni che solo mamma e papà vi possono dare.

Con il Signore è la stessa cosa. “Avere fede, credere” non è credere che Dio esista, ma è affidarsi a Lui, mettersi nelle Sue mani certi che vuole solo il bene per noi, è riconoscere la nostra fragilità e capire che noi da soli non ce la possiamo fare.

Ma come si fa a fare questo? Ci si deve comportare come ci comportiamo con il nostro amico del cuore. Penso che tutti voi abbiate un amico di cui vi fidate al cento per cento, con cui parlate anche delle cose personali, un amico con cui giocate volentieri perché c'è sintonia, con cui non fate a pugni perché vi capite, un amico per il quale rinuncereste al gioco preferito per donarglielo e farlo contento... un amico senza il quale la vostra vita non sarebbe la stessa.

Ecco, Gesù è il nostro Amico con la “A” maiuscola, è l'Amico di cui ci si può fidare.

È necessario, però, avere una relazione personale con lui, il che significa parlargli, pregarlo, ascoltare le sue parole. Come?

Trovando dei momenti durante la giornata per stare solamente con lui, magari in un angolo particolare della nostra casa scelto come luogo di ritrovo quotidiano. Dicendogli quello che sentiamo nel cuore, le nostre gioie, le nostre difficoltà. Leggendo un pezzettino di Vangelo... sapete che il Vangelo è proprio Parola del Signore?

Se a volte ci sembra che Lui non ci parli, leggiamo il Vangelo! Sono le parole che Lui vuole dire proprio a ciascuno di noi.

E così, un po' alla volta, aumenta la nostra fiducia in Lui, aumenta la nostra fede.

Anche agli apostoli, abbiamo sentito, sembrava di avere una fede piccola... ma, anche se minuscola come un granello di senape, è Gesù che fa il resto.

Avere fede allora vuol dire non fidarsi di sé, ma affidarsi a Dio, ascoltare le sue parole e metterle in pratica.

Non credo che nemmeno agli apostoli sia successo di vedere un gelso staccarsi dalla terra e andare a piantarsi nel mare... e nemmeno a noi succederà mai!

Però Gesù ci vuole far capire che, se abbiamo fede in lui, possiamo fare comunque dei miracoli. I nostri miracoli sono i piccoli atti d'amore che ogni giorno siamo chiamati a compiere per fare felice qualcuno.

Potrebbe essere aiutare nei compiti un amico anche se non ne abbiamo voglia... è la nostra fede in Gesù che ci dirà: “Dai Michele o Giorgia o... - ognuno di voi metta il proprio nome - datti da fare, aiuta il tuo compagno perché la sua gioia sarà anche la tua gioia quando poi lo vedrai felice!”.

Oppure potrebbe essere andare a trovare qualche anziano che vive da solo... quanto bisogno hanno gli anziani di qualcuno che faccia loro compagnia! E quanta gioia si ha nel cuore quando si vede che la nostra presenza dona loro un sorriso! Magari avremmo preferito starcene a casa a guardare la TV o fare qualcos'altro ed invece proprio la fede in Gesù ci ha spinti ad uscire per compiere questo atto d'amore.

Allora ognuno di voi provi a pensare a come potrebbe fare, pur con una fede grande come un granello di senape, a sradicare un gelso...

L'ultima considerazione che vorrei fare sui granelli di senape è questa: sono leggerissimi per cui il vento li trasporta ovunque. E dove cadono, proprio lì, attecchiscono, germogliano e diventano un grande albero, quasi di tre metri, come abbiamo visto all'inizio.

Cosa significa questo? Che la nostra fede, anche se piccolina, si può diffondere dappertutto, a partire dalla nostra famiglia, dal nostro condominio, dalla nostra classe, dal nostro quartiere. Può “contagiare” tutti...

Dimenticavo... tutti i granellini di senape, per germogliare, per crescere e diventare grandi arbusti, vanno curati, annaffiati, concimati...

Così anche la nostra piccola fede deve essere curata, proprio come i granellini.

Come? Stando sempre vicini a Gesù, seguendolo, camminando dietro a lui.

E quando si segue Gesù non si pretendono riconoscimenti, non ci si aspettano premi, perché ciò che si fa per il Signore lo si fa gratuitamente e bene. Lo si fa per amore


La vignetta di Fano

 

#Strade Dorate: Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica 6 ottobre 2019 per i ragazzi

05/10/2019 Categoria: Torna all'elenco