Pastorale Giovanile

Per i preadolescenti e i giovani della nostra Valle, è coinvolta, oltre ai preti e alle suore, una bella equipe di giovani e adulti delle diverse parrocchie, che progettano e propongono gli incontri e le esperienze per i ragazzi e le ragazze delle diverse età:

  • i preadolescenti: coloro che hanno terminato la mistagogia, e iniziano a vivere l’età dei cambiamenti (13-14enni)
  • gli adolescenti: quelli che frequentano le superiori e sono invitati a collaborare come animatori negli oratori
  • i giovani: i maggiorenni che, affacciandosi all’età adulta, guardano alla loro vita con più responsabilità.

Alcuni appuntamenti sono proposti a livello diocesano, altri a livello vicariale, altri a livello di Valle.

Gli scopi degli incontri in Valle sono

  • offrire molteplici spunti di aggregazione, divertimento, scoperta, riflessione, ascolto e crescita
  • confrontarsi con la proposta cristiana con più consapevolezza
  • conoscersi meglio, evidenziando le proprie idee, i desideri, i valori, e anche la resistenze, i dubbi, le fatiche
  • sentirsi protagonisti delle proprie scelte e capaci di mettersi a servizio nella comunità.

Cf. Diocesi di Como, CHE COSA CERCATE? Progetto diocesano di pastorale giovanile
Cf. Diocesi di Como, Progetto di iniziazione cristiana dei bambini e dei ragazzi, cap. 11: La proposta educativa dopo la mistagogia.
Cf. sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org

Avvisi

La Parola è la mia casa: Un modo diverso di essere vicino (dom Asc. TP anno A)

La Parola è la mia casa: Un modo diverso di essere vicino (dom Asc. TP anno A)

I testi della liturgia del 24 maggio da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.settimananews.it)

Un modo diverso di essere vicino

di p. Fernando Armellini

https://www.bigodino.it/wp-content/uploads/2016/01/il-piccolo-principe3.jpg


Con l’entrata di Gesù nella gloria del Padre è cambiato qualcosa sulla terra?

Esteriormente nulla. La vita degli uomini ha continuato ad essere quella di prima: seminare e mietere, commerciare, costruire case, viaggiare, piangere e fare festa, tutto come prima. Anche gli apostoli non hanno ricevuto alcuno sconto sui drammi e le angosce sperimentati dagli altri uomini. Tuttavia qualcosa di incredibilmente nuovo è accaduto: sull’esistenza dell’uomo è stata proiettata una luce nuova.

In un giorno di nebbia, improvvisamente compare il sole. Le montagne, il mare, i campi, gli alberi del bosco, i profumi dei fiori, il canto degli uccelli rimangono gli stessi, ma diverso è il modo di vederli e di percepirli.

Accade anche a chi è illuminato dalla fede in Gesù asceso al cielo: vede il mondo con occhi rinnovati. Tutto acquista un senso, nulla rattrista, nulla più spaventa.

Oltre le sventure, le fatalità, le miserie, gli errori dell’uomo s’intravede sempre il Signore che costruisce il suo regno.

Un esempio di questa prospettiva completamente nuova potrebbe essere il modo di considerare gli anni della vita. Tutti conosciamo, e forse sorridiamo, degli ottantenni che invidiano chi ha meno anni di loro, si vergognano della loro età… insomma, volgono lo sguardo al passato, non al futuro. La certezza dell’Ascensione capovolge questa prospettiva. Mentre trascorrono gli anni, il cristiano è soddisfatto perché vede avvicinarsi il giorno dell’incontro definitivo con Cristo; è lieto di essere vissuto, non invidia i più giovani, li guarda con tenerezza.
 

Matteo non descrive l’ascensione di Gesù come fanno gli Atti degli Apostoli, ma, servendosi di immagini diverse, propone il medesimo messaggio.

A differenza di Luca e Giovanni, egli colloca l’incontro con il Risorto non a Gerusalemme ma in Galilea. Questa ambientazione geografica ha un valore teologico: l’evangelista vuole affermare che la missione degli apostoli inizia là dov’era cominciata quella del loro Maestro.

La Galilea era una regione disprezzata. A causa delle frequenti invasioni dal nord e dall’est, era abitata da una popolazione eterogenea, derivata da una mescolanza di razze. Isaia la designa come “il territorio dei Gentili”, cioè, dei pagani (Is 9,1) e i giudei ortodossi la guardavano con sospetto e diffidenza. A Nicodemo che timidamente cercava di difendere Gesù, i farisei di Gerusalemme obiettarono: “Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea” (Gv 7,52).

 È proprio a questi semi-pagani – vuole dire Matteo – che ora è destinato il vangelo. Gerusalemme, la città che ha rifiutato il messia di Dio, ha perso il suo privilegio di essere il centro spirituale di Israele.

L’incontro del Risorto con i discepoli avviene sul monte (v. 16).

Commentando il vangelo della seconda domenica di Quaresima abbiamo chiarito il significato biblico del monte: era il luogo delle manifestazioni di Dio; in cima al monte egli si era manifestato a Mosè ed Elia.

Matteo impiega spesso questa immagine: colloca Gesù sul monte ogni volta che insegna o compie qualche gesto particolarmente importante.

Se si tiene presente questo fatto, si comprende il significato della scena narrata nel brano di oggi: l’invio dei discepoli nel mondo è un avvenimento decisivo. Non solo, ma è abilitato a svolgere questa missione solo chi, sul monte, ha fatto l’esperienza del Risorto e ha assimilato il suo messaggio.

L’annotazione che “alcuni degli apostoli ancora dubitavano” (v. 17) è sorprendente. Come potevano avere ancora dei dubbi se avevano già incontrato il Risorto a Gerusalemme il giorno di Pasqua?

Dal punto di vista della catechesi, questo particolare è indicativo. Per Matteo la comunità cristiana non è composta da gente perfetta, ma da persone in cui continuano ad essere presenti il bene e il male, la luce e la tenebra. Fra i primi discepoli riscontriamo questa situazione: hanno fede, ma permangono ancora dubbi e incertezze.

È possibile credere in Cristo ed avere dubbi. Impossibile è il contrario: non può esistere la fede assieme all’evidenza. Non si può “credere” che il sole esista: c’è la certezza, lo si può vedere, sono scientificamente verificabili gli effetti della sua luce e del suo calore. Nel campo della fede questa evidenza è impossibile. Come gli apostoli, anche noi abbiamo la convinzione profonda della verità della risurrezione di Cristo, ma non la si può dimostrare.

Nella seconda parte del brano (vv. 18-20) c’è l’invio degli apostoli ad evangelizzare il mondo intero.

Durante la sua vita pubblica, Gesù li aveva mandati ad annunciare il regno dei cieli con queste istruzioni: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele” (Mt 10,5-6). Dopo la Pasqua la loro missione si amplia, diviene universale.

La luce si era accesa in Galilea quando Gesù, lasciata Nazaret, si era stabilito a Cafarnao. Il popolo immerso nelle tenebre aveva visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte, una luce si era levata (Mt 4,16). Ora la sua luce deve splendere in tutto il mondo. Come hanno annunciato i profeti, Israele diviene “luce delle genti” (Is 42,6).

Il momento è decisivo e Gesù si richiama alla sua autorità: è stato inviato dal Padre a portare il messaggio della salvezza; ora egli affida questo compito alla comunità dei discepoli, conferendo loro i suoi stessi poteri.

La chiesa è chiamata a rendere presente Cristo nel mondo. Mediante il battesimo genera nuovi figli che vengono inseriti nella comunione di vita della trinità, del Padre, del Figlio e dello Spirito. Missione sublime, ma ardua; suscita sgomento e trepidazione in chi è chiamato a svolgerla.

Ogni vocazione è sempre accompagnata dalla paura dell’uomo e da una promessa del Signore che assicura: “Non temere, io sono con te”. A Giacobbe in viaggio verso una terra ignota Dio garantisce: “Io sono con te e ti proteggerò dovunque andrai, non ti abbandonerò” (Gn 28,15); a Israele deportato a Babilonia dichiara: “Tu sei prezioso ai miei occhi e io ti amo. Non temere perché io sono con te” (Is 43,4-5); a Mosè che obietta: “Chi sono io per andare dal faraone e per fare uscire gli israeliti dall’Egitto?”, risponde: “Io sarò con te” (Es 3,11-12); a Paolo che a Corinto è tentato di scoraggiarsi, il Signore dice: “Non aver paura, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male” (At 18,9-10).

La promessa del Risorto ai discepoli che stanno per muovere i primi, timidi passi, non può essere diversa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (v. 20). Si chiude così, com’era iniziato, il vangelo di Matteo: con il richiamo all’Emmanuele, al Dio con noi – nome con il quale il messia era stato annunciato dai profeti (Mt 1,22-23).

 

 

 

Il vangelo in poche parole


«I discepoli alla fine del Vangelo si ritrovano davanti a Gesù con una barca che porta i segni del dubbio e della fatica. Si tratta di una nave che ha perso dei pezzi, che non è arrivata integra alla fine del suo viaggio. Lungo tutto il Vangelo siamo diventati familiari del numero dodici. Dodici uomini, tanto diversi tra loro, che costituivano il primo nucleo dei discepoli del maestro. Quel numero evocava un tempo nuovo, la ricostruzione del Regno di Israele: le dodici tribù dell'antico popolo che ora si estendono all'umanità intera.E invece in questa scena finale troviamo un altro numero: davanti a Gesù, in Galilea, nella terra dove tutto era cominciato, si ritrovano in Undici. Come la barca squassata, ora quel numero racconta una storia, una storia di cammino, di amicizia, di speranze e di tradimenti. Eppure, è a quella comunità imperfetta che Gesù affida il compito di portare la sua Parola in tutto il mondo».

p. Gaetano Piccolo




La Parola da vivere

Parola da vivere durante la settimana:non disponibile questa settimana


Altri commenti affidabili, semplici, profondi

Caritas Como: www.caritascomo.it (testo)
mons. Pierbattista Pizzaballa: www.lpj.org (testo)
Stefania Monti: www.ilregno.it (testo)
p. Fernando Armellini: www.settimananews.it (video; testo)
Nico Guerini: www.settimananews.it (testo)
Luciano Manicardi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
Comunità monastica Dumenza: www.monasterodumenza.it (testo)
madre Maria Francesca Righiwww.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
don Marco Pozza: www.sullastradadiemmaus.it (testo)
don Augusto Fontana: sestogiorno.it (testo)
Lis - Video commento lingua italiana dei segni: www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php (video)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Comunità monastica Dumenza: www.monasterodumenza.it (testo)
Sorelle povere di Santa Chiara: www.clarissesantagata.it (testo)
Abbazia di Pulsano: www.abbaziadipulsano.org (testo, audio)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Sezione apostolato biblico: www.lapartebuona.it (testo)
Lectio Parola festiva: meditarelaparola.blogspot.com (testo)


23/05/2020 Categoria: Torna all'elenco