Liturgia

Per una dignitosa e fruttuosa celebrazione dei riti sacri, e per permettere a tutti i partecipanti di sentirsi coinvolti in modo attivo e consapevole, in tutte le nostre parrocchie sono presenti diversi uomini e donne che con passione e fedeltà si prendono cura delle varie chiese e delle celebrazioni:

  • i sacristi e i loro collaboratori
  • gli addetti alle pulizie, alla manutenzione degli impianti, ai fiori
  • coloro che accolgono le persone in chiesa
  • gli animatori del canto e della musica (organisti, cantori…)
  • i lettori
  • i ministri straordinari della Comunione
  • i ministranti (chierichetti) e chi li guida
  • i ragazzi che raccolgono le offerte

In base alle necessità si potranno convocare riunioni periodiche dei diversi volontari, anche per una migliore formazione liturgica e per concordare scelte comuni.

Avvisi

La Parola è la mia casa: Storie di fratelli e di sorelle (XVI dom TO anno C)

La Parola è la mia casa: Storie di fratelli e di sorelle (XVI dom TO anno C)

I testi della liturgia del 21 luglio da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.lpj.org)

Storie di fratelli e sorelle

di mons. Pierbattista Pizzaballa

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Nella Bibbia è difficile trovare una coppia di fratelli o di sorelle che non abbiano una relazione difficile, conflittuale.

Ci si imbatte in bellissimi rapporti di amicizia (cfr Davide e Gionata), ci sono forti legami padre-figlio, marito-moglie, perfino un esempio di relazione riuscita tra suocera e nuora (cfr il libro di Ruth).

Invece il legame tra fratelli sembra essere fin dall’inizio (cfr Caino-Abele) segnato da una certa violenza, e tutta la storia successiva non fa che confermare questa modalità.

Il Vangelo di oggi ci parla di una coppia di sorelle a cui non viene risparmiata la fatica di confrontarsi con questa dinamica. Gesù entra in una casa, due sorelle lo accolgono, una si mette seduta ad ascoltare, l’altra si dedica alle mansioni domestiche, ma poi si lamenta con Gesù: “Non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti” (Lc 10,40)

Ci lasciamo aiutare da altri due episodi del Vangelo per entrare in questa Parola.

Il primo è riportato da Luca due capitoli dopo questo episodio di Betania, ed è quello di un uomo che si avvicina a Gesù e gli chiede di fare da arbitro tra lui e suo fratello (Lc 12, 13-21). E lo fa usando parole molto simili a quelle di Marta: “Or uno della folla gli disse: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità»” (Lc 12,13). Sono due brani con tanti elementi in comune: in entrambi ci sono due coppie di fratelli; in entrambi c’è la richiesta a Gesù di fare da arbitro (esattamente con le stesse parole: “di’ a mio fratello”, “di’ a mia sorella”), ed entrambi finiscono con qualcosa che sarà o non sarà tolta: Maria si è scelta la parte migliore, che non sarà tolta; e al fratello che rivendica la parte di eredità, Gesù racconta la parabola del ricco stolto, al quale, dopo tanto accumulare (che richiama da vicino il gran da fare di Marta), viene richiesta (tolta) la vita.

Il secondo è un momento di tempesta, in mezzo al lago. I discepoli temono della loro vita, invece Gesù dorme sul guanciale a poppa. “Essi lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che noi moriamo?»” (Mc 4,38).

Nelle parole di Marta, risuona la stessa espressione: Non ti importa?, come se il problema di Marta non fosse tanto quello di essere rimasta sola a servire, ma il fatto che questo non importi a Gesù.

Forse qui, nascosti in questi richiami, ci sono alcuni dei nodi che rendono problematico il vivere da fratelli (e sorelle).

Il problema è che i fratelli, per il fatto stesso di essere tali, sono chiamati a dividersi tra loro una serie di cose: lo spazio in casa, l’affetto dei genitori, i diritti e i doveri, fino all’eredità paterna… (“di’ a mio fratello che divida con me l’eredità”).

E su questo si litiga, si litiga su come è giusto spartirsi le cose, su ciò che spetta all’uno o all’altro.

È un problema spartirsi i diritti, i beni, ma lo è ancor più forse dividersi i doveri: a chi tocca fare questo? È il problema di Marta: “dille dunque che mi aiuti a servire”.

Perché il mio dovere, esattamente come il diritto dell’altro, ai miei occhi rappresenta qualcosa che mi vien tolto, una parte di vita a cui devo rinunciare perché l’altro ne benefichi…Come se la vita non bastasse per tutti.

Ed ogni volta che ci viene tolto qualcosa (o che così ci sembra), anche di minimo, per noi diventa un’esperienza drammatica, perché in qualche modo ci richiama alla mente quel momento ultimo in cui tutto ci sarà tolto, ci sarà tolta la vita. Ci ricorda che siamo mortali, e questo è il dramma della vita.

È il dramma per cui il ricco stolto accumula tante cose, sperando che queste gli assicurino la vita. Ma la vita non sta lì.

Allora accogliere la presenza del fratello, le sue esigenze, non è mai scontato, può far nascere qualche domanda (ciò che abbiamo basterà per tutti e due?), e anche qualche sospetto (l’altro non ne approfitterà, non prenderà anche la mia parte? Non è che la vita dell’altro arriverà a comportare poi la mia morte?).

Il legame con il fratello c’entra da vicino con la vita, e con la morte; e, in modo particolare, con la paura della morte, con la paura che l’altro sia una minaccia per la mia vita.

Allora, quando il fratello viene percepito come una minaccia, l’unica soluzione è eliminarlo… È la soluzione di Caino, e di altri dopo di lui, ed è la tentazione di tanti, se non di tutti, prima o poi…

La grandezza di Marta (a differenza di Caino) è stata la capacità di parlare di questo dramma direttamente con Gesù. È un primo passo perché il legame sia evangelizzato.

Ogni legame fraterno (quello tra fratelli, tra clan, tra etnie, tra popoli, tra nazioni…) ha bisogno di essere evangelizzato, se no vive solo della paura dell’altro.

Evangelizzato, cioè ricondotto all’essenziale, a ciò che Maria si è scelta.

Ma cosa si è scelta Maria?

Maria semplicemente ha scelto di credere, proprio come Abramo nella prima lettura; di credere che quando Dio viene, non viene a togliere la vita, ma a darla, e che questa vita basta per tutti.

La vita che Dio dà basta per tutti, proprio perché ha vinto la morte, e per questo non può essere tolta.

Maria si è scelta questa vita, e ci sta in quell’atteggiamento di libertà di chi è sicuro che al Signore importa la nostra vita. Allora non è necessario fare qualcosa per Lui, ma basta sedersi ad accogliere.

È un atteggiamento che nasce dall’ascolto, dallo stare seduti ai piedi del Maestro, e che libera da una dinamica fraterna basata solo su diritti e doveri, su cosa è giusto, su cosa mi spetta, su confronti e contrapposizioni.

E siccome questo essenziale non può essere tolto, Maria non ha bisogno di guadagnare e non ha paura di perdere.

Per questo, in Giovanni 12 Maria fa un gesto in cui perde tutto, senza alcun timore, in cui spreca, in cui attinge a piene mani alla vita e la dona. Un gesto che dice tutta la libertà dalla paura della morte…

Un gesto d’amore vero è possibile solo lì, dove è vinta la paura della morte.

Allora, cosa chiede Gesù a Marta? Non di lasciar perdere le faccende domestiche, e neanche di non lasciarsi distrarre dalle tante cose da fare. Non le chiede di fare le cose senza lamentarsi, non le chiede di sacrificarsi per tutti.

Le dice che, se ascolta, Lui trasformerà la sua morte in vita, come ha fatto con sua sorella Maria, come farà con suo fratello Lazzaro.

E che questo è l’unica via per ritrovare i suoi fratelli.

 

Il vangelo in poche parole


«Tutti gli ospiti che sopraggiungono siano ricevuti come Cristo, perché egli dirà: “Fui ospite e mi accoglieste”; e a tutti si renda il conveniente onore, specialmente poi a quanti ci sono famigliari secondo la fede e ai pellegrini».

 

San Benedetto da Norcia


La Parola da vivere

Parola da vivere durante la settimana: DI UNA SOLA COSA C’È BISOGNO

L’amore che unisce ciascuno al Cristo e al suo prossimo è la celebrazione piena del dono della fede. Non si tratta di vedere se è meglio fare cose o fare preghiere. La sola «cosa di cui c’è bisogno» è questo amore sponsale, pieno, che in vari modi può essere celebrato. Sempre ci è chiesto di esprimere il nostro amore per Dio che si è fatto «prossimo» a noi e che nel nostro prossimo continuiamo a incontrare e ad accogliere.



Altri commenti affidabili, semplici, profondi

mons. Pierbattista Pizzaballa: www.lpj.org (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Lis - Video commento lingua italiana dei segni: www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php (video)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Esegesi, lectio divina e meditazioni

Comunità Kairòs: Lectio (testo)
Carmelitani: Lectio divina quotidiana (testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

20/07/2019 Categoria: Torna all'elenco