Vogliamo vedere Gesù. Grande domanda dei cercatori di sempre, domanda
che è mia. La risposta di Gesù dona occhi profondi: se volete capire me,
guardate il chicco di grano; se volete vedermi, guardate la croce. Il
chicco di grano e la croce, sintesi umile e vitale di Gesù. Se il chicco
di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore,
produce molto frutto. Una frase difficile e anche pericolosa se capita
male, perché può legittimare una visione doloristica e infelice della
religione.
Un verbo balza subito in evidenza per la sua presa
emotiva: se non muore, se muore. E pare oscurare tutto il resto, ma è il
miraggio ingannevole di una lettura superficiale. Lo scopo verso cui la
frase converge è “produrre”: il chicco produce molto frutto. L'accento
non è sulla morte, ma sulla vita. Gloria di Dio non è il morire, ma il
molto frutto buono. Osserviamo un granello di frumento, un qualsiasi
seme: sembra un guscio secco, spento e inerte, in realtà è una piccola
bomba di vita. Caduto in terra, il seme non marcisce e non muore, sono
metafore allusive. Nella terra non sopraggiunge la morte del seme, ma un
lavorio infaticabile e meraviglioso, è il dono di sé: il chicco offre
al germe (ma seme e germe non sono due cose diverse, sono la stessa
cosa) il suo nutrimento, come una madre offre al bimbo il suo seno. E
quando il chicco ha dato tutto, il germe si lancia verso il basso con le
radici e poi verso l'alto con la punta fragile e potentissima delle sue
foglioline. Allora sì che il chicco muore, ma nel senso che la vita non
gli è tolta ma trasformata in una forma di vita più evoluta e potente.
La
seconda immagine dell'auto-presentazione di Gesù è la croce: quando
sarò innalzato attirerò tutti a me. Io sono cristiano per attrazione,
dalla croce erompe una forza di attrazione universale, una forza di
gravità celeste: lì è l'immagine più pura e più alta che Dio ha dato di
se stesso.
Con che cosa mi attira il Crocifisso? Con i miracoli? Con
lo splendore di un corpo piagato? Mi attira con la più grande bellezza,
quella dell'amore. Ogni gesto d'amore è sempre bello: bello è chi ami e
ti ama, bellissimo è chi, uomo o Dio, ti ama fino all'estremo. Sulla
croce l'arte divina di amare si offre alla contemplazione cosmica. «A un
Dio umile non ci si abitua mai» (papa Francesco), a questo Dio
capovolto che scompiglia le nostre immagini ancestrali, tutti i punti di
riferimento con un chicco e una croce, l'umile seme e l'estremo
abbassamento: Dio ama racchiudere / il grande nel piccolo: / l'universo
nell'atomo / l'albero nel seme / l'uomo nell'embrione / la farfalla nel
bruco / l'eternità nell'attimo / l'amore in un cuore / se stesso in noi.
Il vangelo in poche parole