Flash n. 3 dalla prima Messa di don Remo
La Valmalenco abbraccia don Remo.
da Il Settimanale della Diocesi di Como, sabato 18 giugno 2016, pag. 7.
È
stata proprio una festa grande quella che la Valmalenco ha vissuto
accogliendo don Remo Bracelli dopo la sua ordinazione sacerdotale.
L’intento della festa era quello di coinvolgere un po’ tutti, e
di ringraziare il Signore per un dono oggi, purtroppo, piuttosto
raro: quello di un giovane che dice di sì – per sempre - al
Signore mettendosi al servizio del suo popolo, la Chiesa.
Gli
amici, i coscritti, i familiari, i bambini, i ragazzi, i giovani, le
famiglie, le suore, i preti, gli anziani... tutti si sono
interessati, si sono lasciati coinvolgere e hanno voluto essere
presenti, ognuno col suo apporto, ai due giorni di festa.
Sabato
don Remo ha varcato una grande porta decorata, simbolo dell’Anno
santo della misericordia che stiamo vivendo insieme, con l’augurio
che sia davvero un prete che porta la misericordia e la grazia di
Dio, rivelata in Gesù. In diverse tappe poi ha rivissuto la sua
storia e la storia del paese, fino ad arrivare alla piazza della
chiesa, dove il parroco
don Renato Corona lo ha salutato a nome di tutta la comunità
pastorale.
Durante
il canto dei Vespri, il novello ha spiegato la sua immaginetta,
soffermandosi sull’immagine della Madonna delle grazie di Primolo,
di cui è devoto, e sulla frase di san Filippo Neri, scelta come
“motto”, che si potrebbe tradurre così: liberi nella verità, ci
facciamo servi nella carità, e nella composizione di entrambe
sperimentiamo la gioia.
Un
allegro rinfresco, corredato dalla proiezione di foto della vita e
della crescita di Remo, ha concluso la prima giornata.
Domenica
don Remo, attorniato da diversi confratelli preti, ha presieduto la
messa, e ha ringraziato per il bene ricevuto, il sostegno, l’affetto,
l’esempio e le preghiere.
Alcune
parole di don Renato Lanzetti, durante l’omelia, mi pare riassumano
bene i sentimenti di tutti i presenti: “Carissimo don Remo, sei
stato consacrato e configurato a Cristo, sommo ed eterno sacerdote. A
Lui hai consegnato la tua vita. Egli ha preso possesso di te, perché
la tua vita sia trasparenza di Lui: le tue parole diventino le Sue, i
tuoi gesti diventino i Suoi, il tuo cuore rifletta e ripresenti il
Suo.… Don Remo, quanto bene hai ricevuto dal tuo paese, dalla tua
gente, dalla tua famiglia, dai tuoi parenti, dalla tua comunità di
Lanzada: hai trovato un clima di fede e di comunione fraterna che è
stato come il terreno adatto perché il seme di vocazione che il
Signore ha posto nel tuo cuore potesse germogliare in una
pianticella, che, poi, curata dall’opera preziosa, intelligente e
delicata del Seminario, è diventata un grande albero che ora
incomincia a dare i suoi frutti maturi per il bene di tutti. Hai
ricevuto tanto dalle comunità dove hai fatto esperienze pastorali in
questi anni, hai ricevuto tanto dai tuoi amici, dai ragazzi e dai
giovani dei diversi oratori che hai frequentato, anche dagli ammalati
che hanno pregato per te e offerto le loro sofferenze per te, da
tante religiose e consacrati che hanno pregato per la tua
perseveranza. È vero, noi sacerdoti siamo al servizio della
comunità, ma prima abbiamo ricevuto tanti servizi dalla comunità
stessa. Quanti servizi continuiamo a ricever dal popolo di Dio,
quanti esempi buoni, di fede autentica, di speranza serena, magari
pur sofferta, e di carità concreta, a volte anche eroica. Il Popolo
di Dio è la casa a cui il sacerdote è inviato. Don Remo, siamo
inviati al Popolo di Dio per aiutarlo ad essere comunità in cui
tutti possano vivere la loro specifica vocazione, nella
valorizzazione e stima dei doni che ciascuno ha ricevuto”.
Sì,
auguri don Remo, porta il tuo amore per Gesù e per il suo Vangelo
con gioia, umiltà e fiducia: siamo sicuri che il Signore ti renderà
sempre più strumento efficace della sua
pace e del suo amore.
E,
come tu stesso hai detto, ci auguriamo che presto qualche altro
giovane della Valmalenco possa seguire il tuo esempio!
Buon
cammino!