« Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria,
Salute dei malati,
la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello
dell’abbandono alla sua volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita
dalla Parola e dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche
nell’esperienza della malattia». Queste le parole di Papa Francesco nel
messaggio per la giornata. Ma la sua attenzione non è solo indirizzata
alla vicinanza ma anche alla denuncia ... all'incontro promosso dalla
Commissione Carità è Salute della Cei: «Se c’è un settore in cui la
cultura dello scarto
fa
vedere con evidenza le sue dolorose conseguenze è proprio quello
sanitario. Quando la persona malata non viene messa al centro e
considerata nella sua dignità, si ingenerano atteggiamenti che possono
portare addirittura a speculare sulle disgrazie altrui». Proponiamo il
discorso ufficiale della giornata e il
link alla denuncia sulle
speculazioni sulla salute fatte alla CEI.
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXV GIORNATA MONDIALE DEL MALATO 2017
Stupore per quanto Dio compie:
«Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente...» (Lc 1,49)
Cari fratelli e sorelle,
l’11 febbraio prossimo sarà celebrata, in tutta la Chiesa e in modo
particolare a Lourdes, la XXV Giornata Mondiale del Malato, sul tema: Stupore per quanto Dio compie: «Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente…» (Lc 1,49). Istituita dal mio predecessore san Giovanni Paolo II nel 1992,
e celebrata per la prima volta proprio a Lourdes l’11 febbraio 1993,
tale Giornata costituisce un’occasione di attenzione speciale alla
condizione degli ammalati e, più in generale, dei sofferenti; e al tempo
stesso invita chi si prodiga in loro favore, a partire dai familiari,
dagli operatori sanitari e dai volontari, a rendere grazie per la
vocazione ricevuta dal Signore di accompagnare i fratelli ammalati.
Inoltre questa ricorrenza rinnova nella Chiesa il vigore spirituale per
svolgere sempre al meglio quella parte fondamentale della sua missione
che comprende il servizio agli ultimi, agli infermi, ai sofferenti, agli
esclusi e agli emarginati (cfr Giovanni Paolo II, Motu proprio Dolentium hominum,
11 febbraio 1985, 1). Certamente i momenti di preghiera, le Liturgie
eucaristiche e l’Unzione degli infermi, la condivisione con i malati e
gli approfondimenti bioetici e teologico-pastorali che si terranno a
Lourdes in quei giorni offriranno un nuovo importante contributo a tale
servizio.
Ponendomi fin d’ora spiritualmente presso la Grotta di Massabielle, dinanzi all’effige della Vergine Immacolata, nella quale l’Onnipotente ha fatto grandi cose
per la redenzione dell’umanità, desidero esprimere la mia vicinanza a
tutti voi, fratelli e sorelle che vivete l’esperienza della sofferenza, e
alle vostre famiglie; come pure il mio apprezzamento a tutti coloro
che, nei diversi ruoli e in tutte le strutture sanitarie sparse nel
mondo, operano con competenza, responsabilità e dedizione per il vostro
sollievo, la vostra cura e il vostro benessere quotidiano. Desidero
incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari,
volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante
della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono
alla sua volontà; e a trovare sempre nella fede, nutrita dalla Parola e
dai Sacramenti, la forza di amare Dio e i fratelli anche
nell’esperienza della malattia.
Come santa Bernadette siamo sotto lo sguardo di Maria. L’umile
ragazza di Lourdes racconta che la Vergine, da lei definita “la Bella
Signora”, la guardava come si guarda una persona. Queste semplici parole
descrivono la pienezza di una relazione. Bernadette, povera, analfabeta
e malata, si sente guardata da Maria come persona. La Bella Signora le
parla con grande rispetto, senza compatimento. Questo ci ricorda che
ogni malato è e rimane sempre un essere umano, e come tale va trattato.
Gli infermi, come i portatori di disabilità anche gravissime, hanno la
loro inalienabile dignità e la loro missione nella vita e non diventano
mai dei meri oggetti, anche se a volte possono sembrare solo passivi, ma
in realtà non è mai così.
Bernadette, dopo essere stata alla Grotta, grazie alla preghiera
trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri, grazie all’amore
diventa capace di arricchire il suo prossimo e, soprattutto, offre la
sua vita per la salvezza dell’umanità. Il fatto che la Bella Signora le
chieda di pregare per i peccatori, ci ricorda che gli infermi, i
sofferenti, non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma
anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a
donarla come autentici discepoli missionari di Cristo. A Bernadette
Maria dona la vocazione di servire i malati e la chiama ad essere
Suora della Carità, una missione che lei esprime in una misura così
alta da diventare modello a cui ogni operatore sanitario può fare
riferimento. Chiediamo dunque all’Immacolata Concezione la grazia di
saperci sempre relazionare al malato come ad una persona che,
certamente, ha bisogno di aiuto, a volta anche per le cose più
elementari, ma che porta in sé il suo dono da condividere con gli altri.
Lo sguardo di Maria, Consolatrice degli afflitti, illumina il
volto della Chiesa nel suo quotidiano impegno per i bisognosi e i
sofferenti. I frutti preziosi di questa sollecitudine della Chiesa per
il mondo della sofferenza e della malattia sono motivo di ringraziamento
al Signore Gesù, il quale si è fatto solidale con noi, in obbedienza
alla volontà del Padre e fino alla morte in croce, perché l’umanità
fosse redenta. La solidarietà di Cristo, Figlio di Dio nato da Maria, è
l’espressione dell’onnipotenza misericordiosa di Dio che si manifesta
nella nostra vita – soprattutto quando è fragile, ferita, umiliata,
emarginata, sofferente – infondendo in essa la forza della speranza che
ci fa rialzare e ci sostiene.
Tanta ricchezza di umanità e di fede non deve andare dispersa, ma
piuttosto aiutarci a confrontarci con le nostre debolezze umane e, al
contempo, con le sfide presenti in ambito sanitario e tecnologico. In
occasione della Giornata Mondiale del Malato possiamo trovare nuovo
slancio per contribuire alla diffusione di una cultura rispettosa della
vita, della salute e dell’ambiente; un rinnovato impulso a lottare per
il rispetto dell’integralità e della dignità delle persone, anche
attraverso un corretto approccio alle questioni bioetiche, alla tutela
dei più deboli e alla cura dell’ambiente.
In occasione della XXV Giornata Mondiale del Malato rinnovo la mia
vicinanza di preghiera e di incoraggiamento ai medici, agli infermieri,
ai volontari e a tutti i consacrati e le consacrate impegnati al
servizio dei malati e dei disagiati; alle istituzioni ecclesiali e
civili che operano in questo ambito; e alle famiglie che si prendono
cura amorevolmente dei loro congiunti malati. A tutti auguro di essere
sempre segni gioiosi della presenza e dell’amore di Dio, imitando la
luminosa testimonianza di tanti amici e amiche di Dio tra i quali
ricordo san Giovanni di Dio e san Camillo de’ Lellis, Patroni degli
ospedali e degli operatori sanitari, e santa Madre Teresa di Calcutta,
missionaria della tenerezza di Dio.
Fratelli e sorelle tutti, malati, operatori sanitari e volontari,
eleviamo insieme la nostra preghiera a Maria, affinché la sua materna
intercessione sostenga e accompagni la nostra fede e ci ottenga da
Cristo suo Figlio la speranza nel cammino della guarigione e della
salute, il senso della fraternità e della responsabilità, l’impegno per
lo sviluppo umano integrale e la gioia della gratitudine ogni volta che
ci stupisce con la sua fedeltà e la sua misericordia.
O Maria, nostra Madre,
che in Cristo accogli ognuno di noi come figlio,
sostieni l’attesa fiduciosa del nostro cuore,
soccorrici nelle nostre infermità e sofferenze,
guidaci verso Cristo tuo figlio e nostro fratello,
e aiutaci ad affidarci al Padre che compie grandi cose.
A tutti voi assicuro il mio costante ricordo nella preghiera e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
8 dicembre 2016, Festa dell’Immacolata Concezione
Francesco