Il Papa ha indetto il Giubileo
della Terra “che andrà avanti fino al 4 ottobre”, ha precisato. Voi che
cantate e recitate il Cantico delle creature di Francesco, che cosa dite
della spensieratezza con cui si continua a massacrare il creato?
Emilio
Non è necessario essere francescane per riconoscere che la modalità
con la quale stiamo usando il creato è inficiato di egoismo e di
disinteresse, caro Emilio, con nefaste conseguenze per tutti.
La creazione geme
Il buon senso potrebbe essere un valido maestro, ma nemmeno questo
pare essere ascoltato! Così i gravi e pericolosi disequilibri biologici
derivati da questa rischiosa e complessa situazione globale ricadono su
tutta la creazione che geme, piange, grida tutto il suo dolore, spesso
non ascoltato o addirittura ignorato: massacrata, abusata, disprezzata,
senza limiti, dall’egoismo del’uomo, invoca protezione, rispetto e
custodia.
La Terra “protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso
irresponsabile e del’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo
cresciuti nella pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori,
autorizzati a saccheggiarla
scrive papa Francesco nella “Laudato si’”.
Che abbiamo fatto? Che stiamo facendo?
Il creato è uscito meraviglioso dalle mani del Creatore, ma la nostra
voracità, il nostro istinto indebito di appropriazione, lo stanno
rovinando: da giardino per la felicità di tutti, lo stiamo rendendo
nemico dell’uomo.
Coltivare e custodire
Al’inizio, infatti, non era così! Genesi dice: «Il Signore Dio prese
l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo
custodisse» (Gen. 2,8). Dunque, il Creatore ha affidato all’umanità il
compito di coltivare e custodire questo meraviglioso giardino!
Coltivare e custodire sono una bellissima sintesi della missione
dell’uomo sulla terra, il senso del suo lavoro, del suo impegno lungo la
storia, la finalità del progresso, della tecnica.
“Coltivare”, vale a dire, promuovere la nostra casa comune,
rendendola sempre più bella, ricca, funzionale; “custodire”, ovvero
difenderla da ogni tentativo di manipolazione, di appropriazione
egoistica, di sfruttamento per fini economici che penalizzino
soprattutto le fasce più povere e deboli del nostro pianeta.
Come figlie di san Francesco e santa Chiara, chiamate per vocazione a
cantare e a “celebrare” il dono della creazione, ci sentiamo invitate
in modo particolare a riscoprire, recuperare e difendere il dono della
terra, affidata alla nostra cura, alla nostra sensibilità e alla nostra
responsabilità.
Lo stupore di Francesco. “Laudato si’, mi Signore”
Non possiamo “fare molto” per scardinare i globali meccanismi di
morte che manipolano il mondo, ma, in comunione con tutti gli uomini di
buona volontà, di ogni religione, etnia e cultura, tentiamo nel nostro
piccolo di fare scelte che ne rispettino le leggi e la vita, così da
riparare e limitarne i danni.
L’esempio del nostro padre san Francesco è per tutti luminoso: egli,
infatti, ha nutrito verso il creato e la creazione intera,
un’ammirazione e uno stupore, oserei dire senza timore di esagerare,
tutto teologale. Infatti, da ogni creatura, anche dal più piccolo verme
trovato tra i fili d’erba, sapeva risalire a Dio. “«Laudato si’, mi’
Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci
ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la
quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie
tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre
Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con
coloriti flori et herba»”(Laudato si’).
Non disprezziamo nulla, allora, di quanto è uscito dalle mani e dal
cuore del Padre: ogni creatura, infatti, porta l’immagine della sua
bellezza, della sua sapienza e del suo amore per ciascuno di noi.
In questo “Giubileo della Terra”, allora, proviamo a riprendere tra
le mani il “Cantico delle Creature” a leggerlo, a cantarlo; ritroveremo,
così, la purezza delle origini, quando Dio vide che quanto aveva fatto
era cosa molto buona.