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Vangelo Ragazzi: Gesù ha aperto il cielo e nessuno lo chiuderà

Vangelo Ragazzi: Gesù ha aperto il cielo e nessuno lo chiuderà

Videovangelo della domenica in cartoni animati

Battesimo del Signore anno B


Anche noi vogliamo capire

PRIMA LETTURA (Is 55,1-11)

Capire le parole
* Alleanza. È un patto di amicizia: Dio si è alleato con gli uomini.

Di più
* Un seme non muore mai. Nella tomba di uno degli antichi re egiziani fu trovato un pugno di chicchi di grano. Vecchio di cinquemila anni. Qualcuno piantò quel grano e lo innaffiò. E, con grande stupore di tutti, il seme era vivo e germogliò. Dopo cinquemila anni! Quando un uomo è illuminato, le sue parole diventano come semi, pieni di vita e di energia. E possono rimanere sotto forma di semi per secoli, finché non sono seminati in un cuore fertile e ricettivo. Una volta pensavo che le parole della Bibbia fossero morte e aride. Ora so che sono piene di energia e di vita. Era il mio cuore ad essere impietrito e morto: come poteva dunque crescervi qualcosa?
 

SECONDA LETTURA (1Gv 5,1-9)

Capire le parole
* Cristo. Cioè l'unto, il Messia, colui che è stato scelto, eletto da Dio e inviato per una missione.
* Figli di Dio. Con il battesimo siamo figli di Dio. E lo siamo perché Dio ci ha adottati gratuitamente. Riconosciamolo come nostro Padre.
* Spirito. È il soffio di Dio, la sua presenza invisibile, la sua forza di vita.

VANGELO (Mc 1,7-11)

Capire le parole
* Cieli. Nel linguaggio biblico il cielo (o i cieli) è la dimora di Dio e significa anche la sua presenza. Gesù ha riconciliato il cielo e la terra. Il cielo non è più "chiuso" ma " aperto": noi, grazie a Gesù, siamo di nuovo uniti al Padre "dei cieli".
* Il Figlio, l'amato. Dio ci fa sapere che Gesù è suo Figlio e che gli dona tutto il suo amore, cioè il suo Spirito. Nel giorno del nostro battesimo anche a noi Dio lo dona, come a Gesù.


Di più
* Il cielo, la colomba e il Padre. Il Vangelo racconta che quando Gesù si fa battezzare accadono alcune cose. Gesù vede il cielo aprirsi. Il cielo è come un sipario che si apre. Immaginatevi un grande sipario, come quelli che si vedono a teatro. Quando il sipario si alza, è un segno che la rappresentazione sta per cominciare. Nel Vangelo, il cielo si apre e lo Spirito scende su Gesù come una colomba. Nella Bibbia c'è un altro racconto in cui compaiono l'acqua e una colomba: è la storia di Noè e del diluvio. La colomba annuncia che il diluvio è finito e che sulla terra asciutta ricomincia la vita. A partire da quel giorno Gesù, aiutato dallo Spirito Santo, comincia la missione che il Padre gli ha affidato: è l'inizio di quella che si chiama la sua vita pubblica, in mezzo agli abitanti della terra.

 

PER RIASSUMERE... Alla sua nascita Gesù è stato annunciato come Salvatore. Poi è cresciuto apparentemente come tutti gli altri. A 30 anni ha ricevuto il battesimo. In quel momento Dio ci rivela chi è veramente Gesù.

La riflessione (commento a cura di sr. Piera Coli)

Buongiorno ragazzi e buona domenica!

Il Vangelo che oggi la liturgia ci presenta è davvero interessante. Il racconto è semplice. Ci viene raccontato che Gesù, un giorno, decide di andare al fiume Giordano dove Giovanni battezzava le persone che avevano deciso di cambiare vita e di ritornare a Dio. Se però ci fermiamo solo al racconto dei fatti, rischiamo di non capire bene il messaggio che l'evangelista Marco vuole offrirci, e vi posso assicurare che quanto ci racconta non solo è interessante, ma è davvero importante per noi!

Il Vangelo, ormai lo avete capito bene, è come una mappa di viaggio. È una specie di navigatore che ci aiuta a camminare sulla strada giusta verso la piena realizzazione di noi stessi.

Vi sarà capitato che qualcuno vi abbia fatto questa domanda: “Cosa vuoi fare da grande?”.

Certamente ognuno di voi ha risposto a seconda del desiderio, del sogno che ha per la propria vita: medico, astronauta, infermiera, ballerina, presentatore, cantante, avvocato... ecc. Tutti lavori belli e importanti... ma dietro a questi mestieri ci deve essere una persona non solo capace di esercitarli, ma anche responsabile, buona, generosa, disponibile, attenta agli altri, capace di rispetto, di accoglienza, di perdono, di giustizia, di verità.

Questo perché un lavoro vale a seconda del modo in cui lo pratichi. Se lo vivi da persona egoista pensando solo ai tuoi interessi, allora la professione che eserciti diventa un brutto lavoro, sbagliato, perché non aiuta la società, non la fa crescere, non costruisce qualcosa di bello non solo per se stessi ma nemmeno per gli altri.

Il Vangelo ci insegna ad aprire il cuore. Afferma che Dio, nel pensare a noi, nel crearci, ha voluto donare alla storia e al mondo intero persone che lo potessero rendere migliore, che lo potessero colorare di pace, di bontà, di gioia, di perdono, di misericordia di giustizia, di tenerezza, di felicità, di attenzione e di accoglienza. Tu, io siamo questo dono. Noi possiamo fare il lavoro più importante o anche quello più umile, ma se abbiamo la coscienza di essere qui su questa terra per mostrare Dio e il suo amore, abbiamo una missione importante, unica, che solo ciascuno di noi è capace di realizzare.

Il Vangelo di oggi, con questo racconto, ci parla dell'inizio della missione di Gesù. Il battesimo che riceve non è certamente un battesimo che lava il peccato, come per gli altri uomini, ma la sua immersione nell'acqua del Giordano significa qualcosa di molto più forte e importante, significa che Gesù ci offrirà tutto il suo amore morendo per noi sulla croce. Il segno dell'immersione nell'acqua del Giordano dice proprio questo: Gesù muore e poi risorge.

Il suo dono di amore senza condizioni è ammirato dal Padre il quale squarcia i cieli e parla dicendo: “Questo è il mio figlio, l'amato, ascoltatelo”.
Sono parole e gesti importanti.

In quel momento si aprirono i cieli, anzi l'evangelista Marco usa un termine molto più forte, usa la parola “squarciare”. Perché, se tu apri una cosa, la puoi anche richiudere... Marco invece dice che i cieli si squarciano, cioè si aprono e non c'è più possibilità di chiuderli. Questo è davvero importante perché ci dice che, con Gesù, il cielo e la terra sono in comunione, non c'è più chiusura: Dio si rivela e ci rivela tutto il suo amore in Gesù.

Pensate che l'evangelista Marco, da scrittore premio nobel, collega i gesti e le parole di questa pagina con un'altra pagina del suo Vangelo: il brano dove Gesù muore sulla croce.

Anche lì c'‘è qualcosa che si squarcia proprio nel momento della morte di Gesù. Si squarcia, si rompe definitivamente il telo del tempio. Quel telo, per gli ebrei, era qualcosa di molto importante, stava davanti al così detto “Santo dei Santi”, il luogo più interno del tempio. Era il luogo accessibile solo al sommo sacerdote, una specie di capo di tutto l'ordine sacerdotale, una specie di papa. Nel Santo dei Santi veniva custodita l'Arca dell'Alleanza, un grande contenitore che aveva camminato con il popolo nel deserto e che conteneva i segni della presenza dell'amore di Dio durante il viaggio nel deserto: le tavole della legge con le dieci parole di libertà, un vasetto di manna che aveva nutrito il popolo, la verga di Aronne con cui Mosè aveva battuto la roccia nel deserto facendo scaturire l'acqua e dando vita al popolo assetato.

Segni che raccontano l'amore, la tenerezza, la cura di Dio per il suo popolo e che erano gelosamente custoditi e coperti da questo “velo”, meglio dire da questa coperta pesantissima, alta quasi 10 metri e molto spessa: pensate che per arrotolarla ci volevano molte persone forti.

Con la morte di Gesù, si squarcia questo “velo”, si rompe definitivamente senza possibilità di essere ricucito, ricomposto, perché il segno dell'amore di Dio è ormai evidente a tutti con la morte di Gesù!

Anche in questo momento c'è una “voce” che fa un annuncio importante. Ma questa volta la voce non viene dal cielo come ci saremmo aspettati. L'evangelista Marco dice che questa voce viene dalla terra: è la voce di un uomo pagano, un soldato romano che assiste alla morte di Gesù. Vedendolo morire riconosce in lui il figlio di Dio. Dice infatti: “Veramente questo uomo è il figlio di Dio!”.

Con la morte di Gesù tutti, anche i pagani, possono riconoscere l'amore di Dio.
È davvero bello tutto questo non è vero?
Anche a noi è possibile riconoscere questo amore.

Gesù, che oggi con questo gesto di immersione ci mostra quanto è grande l'amore di Dio per noi, vuole che tutti possano conoscere questo dono, perché sapersi amati è la gioia più grande e più importante. E tutti tutti gli uomini sono amati da Dio, nessuno è escluso dal suo amore.

Neppure la persona più malvagia. Dio non ama il male, ma distingue il male dalla persona. Condanna il male, ma è disposto sempre a salvare l'uomo.

Dio ci ama non per i nostri meriti, ma per i nostri bisogni, questo ce lo dobbiamo sempre ricordare: più siamo bisognosi, più Dio ci ama.

Ecco l'impegno che dobbiamo vivere noi tutti credenti in Gesù.

Essere battezzati in Gesù vuol dire camminare con lui, dietro a lui. Egli è la via che ci guida nel cammino di amore. Il battesimo, il dono ricevuto da bambini, ci abilita a questo.

Siamo inviati dal Padre per essere, come Gesù, figli e fratelli di tutti gli uomini. Capaci di portare gioia dove c'è tristezza e amore dove c'è odio, capaci di far risplendere la luce dove c'è il buio. Ho visto che qualcuno di voi conosce queste parole: sono la preghiera che san Francesco rivolgeva a Dio. “Fammi essere strumento del tuo amore e della tua pace”.

Il tempo del Natale è terminato. Gesù non termina la sua missione e, insieme a noi, vuole portarla a compimento.

Impegniamoci a camminare insieme e a portare questo amore a tutti quelli che incontriamo a scuola, a casa, nello sport, nella piazza, per aiutarci ad essere, come Lui, figli.
Buon cammino!

La vignetta di Robihood


#Strade Dorate:
Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi. 07 gennaio 2018

06/01/2018 Categoria: Torna all'elenco