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Vangelo Ragazzi: Che cosa sei disposto a rischiare per incontrare Gesù?

Vangelo Ragazzi: Che cosa sei disposto a rischiare per incontrare Gesù?

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Anche noi vogliamo capire

PRIMA LETTURA (Sapienza 11,22–12,2)
Il libro della Sapienza ha recepito l’insegnamento dei profeti e presenta il volto di un Dio misericordioso con tutti i popoli e con ogni persona. Infatti è lui il creatore di tutti e ama tutti, perché ama la vita, che è uscita dalle sue mani. Non vuole condannare nessuno e pazientemente aspetta il pentimento dei peccatori.

* Capire le parole
Compassione. È un sentimento per il quale una persona sente le difficoltà e la sofferenza altrui desiderando di alleviarla.
Pentimento. È il profondo dispiacere che consegue una cattiva azione, ed è il presupposto essenziale per poter ricevere efficacemente il perdono di Dio insieme al proposito di non ripetersi.
Indulgente. Lo è chi in modo abituale o anche occasionale usa comprensione, benevolenza o semplicemente è tollerante verso una persona o una situazione spiacevole.


SECONDA LETTURA (2 Tessalonicesi 1,11–2,2)
Nella Chiesa si era sparsa la voce che il ritorno di Gesù fosse imminente. Alcuni avevano diffuso quest’idea servendosi di false lettere di Paolo. L’apostolo invita i suoi amici a non lasciarsi confondere e a vivere con fedeltà la vocazione cristiana.

* Capire le parole
Non lasciarvi confondere. Nei primi ambienti cristiani era facile il rischio di deviare dagli insegnamenti degli Apostoli e quindi di Gesù, mettendo a rischio l’integrità della fede e la conseguente sua trasmissione in avanti nel tempo. Paolo chiede accoratamente di non lasciarsi contaminare dalle dottrine mondane.


VANGELO (Luca 19,1-10)
La parabola della pecora smarrita diventa realtà nel brano che racconta dell’incontro di Gesù con Zaccheo. Soltanto Luca parla di questo episodio, che per lui rappresenta la sintesi di ciò che il Signore è venuto a realizzare sulla terra: far sperimentare ai peccatori l’amore misericordioso del Padre e condurli a conversione.

* Capire le parole
Gerico. Al tempo di Gesù era tra le due-tre città più grandi e popolate del medio oriente, situata al centro tra le principali vie di comunicazione terrestre tra nord e sud e tra est e ovest. Gesù vi si recava per ottenere grande risalto alla sua predicazione.
Capo dei pubblicani. Zaccheo non era solo un esattore delle tasse tra altri, ma addirittura il loro influente e temuto capo. Anche per questo la sua conversione suscita un certo clamore.
«È entrato in casa di un peccatore!». Colui che entrava in contatto con persone di cui era nota la situazione di peccato era da evitare perché dalla loro frequentazione e dal contatto fisico che ne poteva derivare, si diventava altrettanto peccatori (impurità rituale) e ci si doveva poi sottoporre a dei riti religiosi di purificazione.


PER RIASSUMERE… Gesù, accusato di essere amico dei peccatori, non ha smentito, e ha semplicemente affermato di essere venuto proprio a cercare e salvare i peccatori. Con Zaccheo addirittura si autoinvita a casa sua. Questo desiderio del Signore arriva fino a ciascuno di noi, perché vuole abitare dentro di noi, e lo realizza nell’Eucaristia, come sacramento, e ogni giorno quando amiamo i fratelli.

La riflessione (commento a cura di Maria Teresa Visonà)

Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che, nel suo viaggio dalla Galilea verso Gerusalemme, passa attraverso una città molto bella: Gerico.

Qui entra in scena un personaggio particolare: Zaccheo, il capo dei pubblicani.

I pubblicani erano coloro che svolgevano il mestiere, impuro per gli ebrei, dell'ingiusto e detestato esattore delle tasse, a favore dell'impero romano: erano il simbolo del peccatore pubblico.

Zaccheo sa di essere disprezzato da tutti ma ha nel cuore un grande desiderio di conoscere Gesù, di cui evidentemente ha sentito parlare, nella speranza che l'incontro con lui possa cambiare la sua vita.

Questo lo capiamo dal suo comportamento: “Cercava di vedere chi era Gesù”, voleva davvero conoscerlo. “Ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura”.

Zaccheo, oltre che ad essere ostacolato dalla sua piccolezza, sa di essere un peccatore ma il suo desiderio di incontrare il Maestro è così grande che gli fa prendere una strana decisione. Cosa fa? “Corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là”.

Per raggiungere il suo scopo Zaccheo non esita a rendersi ridicolo davanti a tutta la folla.

Provate infatti ad immaginare la scena: un uomo conosciuto da tutti, che ha un certo potere, che si arrampica su un sicomoro!

Il sicomoro è un albero che cresce fino ad un'altezza anche di 20 metri, raggiunge i 6 metri di larghezza ed ha una chioma ampia e tondeggiante. Le foglie sono molto grandi e produce dei frutti che assomigliano ai fichi ma sono molto meno saporiti. Era un albero molto diffuso in Palestina ed i poveri si nutrivano di questi frutti che erano abbondanti e non particolarmente pregiati.

Chissà che cosa sarà successo nel cuore di Zaccheo prima di salire su quel sicomoro! Ci sarà stata una bella lotta: da una parte tanta curiosità, quella di conoscere Gesù; dall'altra il rischio di una terribile figuraccia.

Non so se voi vi siete mai arrampicati su qualche albero... penso di sì, ma comunque bisogna sempre stare attenti perché può essere pericoloso per cui, quando lo si fa, deve sempre essere presente una persona adulta.

Zaccheo, che a quanto sembra era proprio piccolino, non si preoccupa nemmeno della pericolosità dell'impresa...

Mi sembra di vedere questo uomo che, in quattro e quattr'otto, si ritrova in cima alla pianta! È bello questo perché mi fa pensare che, quando c'è di mezzo Gesù, si è disposti a fare di tutto.

Non si sa se Zaccheo era un così esperto arrampicatore... ma, evidentemente, era disposto anche a dare la sua vita, nel caso fosse caduto da un albero così alto, pur di vedere il Maestro.

Qui, a noi, viene un grande insegnamento: non quello di salire sugli alberi, ma quello di essere disposti ad offrire la nostra vita non fisicamente ma, ad esempio, donando il nostro tempo, la nostra intelligenza, i nostri giochi, le nostre capacità per compiere degli atti d'amore, per essere cioè come Gesù ci vuole.

Ed ecco che (tornando a Zaccheo) succede una cosa inaspettata: “Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo, lo vide e gli parlò”. Zaccheo desiderava vedere, ma invece scopre di essere visto in anticipo da Gesù.

Cosa possiamo capire da questo? Tutti noi vogliamo vedere Gesù, vogliamo stare con lui, ma invece è lui che ci vede e per questo ci ama in anticipo.

Vi siete mai accorti di quanto il Signore vi ama in anticipo?

Vi ha amati in anticipo quando siete nati perché, attraverso i vostri genitori, vi ha donato la vita; vi ha amati in anticipo il giorno del vostro battesimo perché Lui è venuto addirittura ad abitare dentro di voi rendendovi suoi fratelli e figli dello stesso Padre donandovi la vita nuova che vi porterà ad essere per sempre con Lui; vi ama ogni giorno in anticipo attraverso l'amore di tutte le persone che vi vogliono bene; vi ama in anticipo ogni volta che gioite nel guardare la natura e tutte le cose belle che ha creato; vi ama in anticipo ogni volta che ricevete i Sacramenti dell'Eucaristia e della Riconciliazione... ora provate a pensare voi a quanto amore ricevete da Dio, quotidianamente e in anticipo...Gesù ha visto in anticipo Zaccheo e gli dice:

«Zacchéo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».

Zaccheo si pente dei suoi peccati e nasce in lui il desiderio di una vita nuova.
Gesù lo ha già perdonato prima che Zaccheo si convertisse!

Che difficile per noi perdonare... vero bambini? Quante volte vi è successo di fare a pugni con qualcuno perché non volevate perdonare? E forse siete andati a casa con qualche graffio qua e là e senza avere concluso nulla di buono... anzi, magari si è pure rotta un'amicizia.

Avete mai provato a pensare di voler fare come Gesù che perdona sempre per primo? Sapete che in questo modo potreste addirittura farvi amici dei bambini che mai avreste pensato fossero simpatici? Provate...

Vi posso raccontare l'esperienza di mio figlio che, da piccolo, veniva preso in giro da un compagno di classe per il fatto di essere un po' cicciottello e gli altri compagni, per seguire questo capo-banda, facevano altrettanto. Mio figlio Massimo non voleva più andare a scuola a causa di questo bambino, finché un giorno ha accettato la proposta che gli ho fatto di perdonarlo e di invitarlo a casa nostra a giocare... è nata fra loro una amicizia così bella che dura ancora a distanza di molti anni.

Allora, cosa fece Zaccheo? “Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!”.
Eccoci qua: la folla che mormora... niente di strano.

Quante volte noi mormoriamo, critichiamo, giudichiamo? Magari anche senza essere certi di quello che diciamo... lo facciamo così... tanto perché ci piace parlare male.

Sentite cosa dice Papa Francesco: “Un cristiano, prima di parlare male degli altri deve mordersi la lingua, così la lingua si gonfia e non si può più parlare. Ogni volta che noi giudichiamo i nostri fratelli nel nostro cuore e, peggio, parliamo di questo con gli altri, siamo cristiani omicidi.

Se si parla male di qualcuno è come ucciderlo e, ogni volta che lo facciamo, imitiamo il gesto di Caino, il primo omicida della storia”.

Sono parole che dovrebbero farci riflettere molto prima di criticare qualcuno...

Ma a Zaccheo non interessano le chiacchiere della folla. A lui interessa di essere stato guardato da Gesù che, in lui, non ha visto il male che faceva ma ha pensato al bene che avrebbe potuto fare: Gesù aveva letto nel suo cuore. Ed infatti cosa fa Zaccheo?

“Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto”.

Facendo un calcolo economico, si può pensare che Zaccheo si sia ridotto sul lastrico... Ma all'evangelista Luca interessa qualcos'altro: mettere in evidenza che il gesto di quest'uomo è un gesto di giustizia e di condivisione: è questo il modo di impiegare le “ricchezze” per un discepolo di Gesù.
Voi, volete essere discepoli di Gesù?


La vignetta di Fano

 

#Strade Dorate: Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica 3 novembre 2019 per i ragazzi

02/11/2019 Categoria: Torna all'elenco