La delusione
In questi mesi abbiamo pregato, sperato, desiderato fortemente che le
cose cambiassero. Ci siamo persino illusi di poterci svegliare un
giorno e accorgerci che è stato solo un incubo. E invece i mesi vanno
avanti, le cose non cambiano, anzi peggiorano, e aumenta lo stillicidio
dei numeri che disegnano scenari sempre più drammatici. E più passa il
tempo, più rischiamo di lasciarci prendere dalla sfiducia, anche dalla
sfiducia in Dio. Abbiamo creduto in una promessa, abbiamo aspettato un
suo intervento, un gesto, un segno e invece ci ritroviamo profondamente
delusi. La notte avanza e Dio non viene a salvarci. Siamo tutti stanchi e
ormai ci capita anche di non credere più che ci possa essere una fine a
questo dramma.
Il sonno
E allora ci addormentiamo, proprio come le dieci vergini della
parabola che il Vangelo ci propone in questa domenica. Ci addormentiamo
perché il sonno ci vince, ma forse ci addormentiamo anche per non vedere
la realtà. Ci addormentiamo perché è inevitabile: prima o poi siamo
tutti rapiti dal sonno. Anche le fanciulle di questo brano si
addormentano tutte, sia le sagge che le stolte. La differenza tra loro è
da ricercare altrove. Anche noi, oggi, come comunità ci stiamo forse
addormentando, non abbiamo più la forza di lottare, non riusciamo più a
vegliare, a tenere il cuore pronto allo sposo che torna.
Il ritorno
Per fortuna, questo testo del Vangelo ci assicura anche che la notte
finisce. Proprio nel momento più buio, a mezzanotte, la comunità che
attende è svegliata da un grido: lo sposo è finalmente arrivato. Chissà
perché ha tardato! Forse voleva farci sperimentare la notte? Forse in
questa attesa viene fuori qualcosa di noi? Certamente emerge la
relazione che abbiamo avuto fino ad ora con lo sposo: se lo abbiamo
conosciuto veramente, come abbiamo potuto non avere fiducia in lui?
La lampada
E infatti l’olio della lampada racconta un’altra storia: è qui la
differenza tra le vergini stolte e quelle sagge. Quella lampada racconta
quello che le dieci vergini hanno vissuto fino a quel momento, rivela
il modo in cui si sono preparate a quell’incontro. La lampada rimanda
nel Vangelo alla vita luminosa del credente che splende per incoraggiare
gli sfiduciati: è la lampada che non può essere nascosta sotto un
secchio, perché la vita se non splende per qualcuno si spegne. Quella
lampada è l’immagine della città posta sopra un monte per indicare al
viandante la via in modo da orientarsi nel cammino per non perdersi.
L’olio
Ma quella vita, per poter splendere, deve essere alimentata
dall’olio. L’olio è l’immagine dell’accoglienza e della carità. L’olio è
usato per accendere le torce perché l’altro si senta a casa. Le vergini
sono chiamate ad accendere le loro lampade per accogliere lo sposo.
Probabilmente questa immagine è un rimando all’interpretazione rabbinica
del coro del Cantico dei Cantici: coloro che aspettano con le torce
accese sono i discepoli che portano la luce della Legge e vegliano
nell’attesa del Messia.
L’olio però è anche quello che il Samaritano versa sulle ferite, è
l’olio che serve per prendersi cura della vita degli altri, è l’olio
della carità e della premura. Quell’olio dunque racconta di gesti
personali, gesti nei quali nessuno ci può sostituire. Ecco perché non
può essere comprato a buon prezzo sul mercato. Quella lampada che rimane
accesa grazie all’olio che hai custodito diventa perciò l’immagine di
come hai vissuto la tua vita.
Rivelazione
Nel mezzo della notte le vergini sagge sanno come riaccendere la
lampada. Le vergini stolte invece hanno vissuto senza fare attenzione
all’olio. Il problema quindi non è addormentarsi nel momento dello
sconforto e della delusione, la differenza sta nel modo in cui hanno
vissuto fino a quel momento. Lo sposo infatti dice alle vergini stolte
di non averle mai conosciute. Quell’attesa, nel buio della notte, ha
svelato il tipo di relazione che ciascuna di quelle fanciulle ha avuto
con lo sposo. Il modo in cui adesso affrontiamo la notte dice qualcosa
di come abbiamo vissuto fino ad ora.
Vegliare
Non meravigliamoci dunque se ci capita di addormentarci: la
stanchezza, la delusione e lo sconforto fanno parte della vita.
Preoccupiamoci piuttosto di come stiamo vivendo oggi, se cioè stiamo
alimentando la nostra lampada con l’olio della carità, chiediamoci se
stiamo dando luce alla vita degli altri. Prima o poi, infatti, lo sposo
tornerà e, se avremo vegliato, finalmente potremo entrare con lui al
banchetto delle nozze.
Il vangelo in poche parole