Avvisi, comunicazioni e novità

La Parola è la mia casa: Prima il Regno (VIII domenica TO anno A)

La Parola è la mia casa: Prima il Regno (VIII domenica TO anno A)


I testi della liturgia di domenica 26 febbraio 2017 da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.tiraccontolaparola.it)

PRIMA IL REGNO
di Paolo Curtaz



Insiste, il rabbì, rende concrete le beatitudini, dona sapore alla nostra vita prima di invitarci ad andare nel deserto, la prossima settimana.

La violenza, il rapporto con l’affettività, la verità di noi stessi, l’elemosina, la preghiera, il digiuno… ogni aspetto della nostra vita, nel discorso della montagna, viene analizzato, ribaltato, illuminato.

Perché il rischio della schizofrenia, sinceramente, esiste.

Pii e credenti in chiesa. Smemorati e faciloni nel mondo. Devoti con Dio. Mondani col mondo.

Ben venga, allora, chi, per amore, ancora ha il coraggio di dirci in faccia cosa non funziona.

Senza cedere al politicamente corretto tanto di moda che nasconde, quasi sempre, la logica dell’indifferenza: va tutto bene, fai ciò che vuoi, purché tu non mi dica cosa fare.

Dio non la pensa così. Corre il rischio di essere mandato a quel paese.

Corre il rischio di venire inchiodato.

A volte chi ti vuole davvero bene si assume la responsabilità di indicarti le cose che non vanno. Come fa Gesù.

Io e mammona

Dio o mammona?

In aramaico suonava molto meglio: in chi riponi la tua fiducia (emunà )?, in Dio o in ma’amum?

Noi cattolici tendiamo a vedere nella ricchezza un ostacolo insormontabile alla nostra fede, a demonizzare il denaro. Il denaro, in sé, è neutro, come ogni altra realtà umana. Gesù non è classista, né dice che la ricchezza sia un male, anzi. Ci dice che è pericolosa perché inganna, perché promette ciò che non può in alcun modo mantenere. Si accumulano tesori in cielo condividendo quelli in terra (non solo denari ma anche capacità, tempo, qualità…).

Per la Bibbia la ricchezza (onesta) è sempre dono di Dio ma la povertà è sempre colpa del ricco: la ricchezza è donata per essere condivisa.

Dov’è il tuo cuore? Nel tuo tesoro? Poni la tua fiducia nelle cose che hai? Pensi sia sufficiente?

Gesù ci ammonisce: ogni realtà è penultima. Anche gli affetti, anche i figli. Figuriamoci le cose!

La sapienza biblica già aveva concluso nel libro dei Proverbi (30,7-9): meglio non avere né ricchezza, né povertà. Nella sazietà rischiamo di rinnegare Dio, nella povertà di maledirlo…

Affanni della vita

Gesù insiste, mettendo a fuoco una delle caratteristiche del nostro tempo: l’ansia, l’affanno, termine che ricorre sei volte in pochi versetti. Un invito rivolto al discepolo a fidarsi di Dio senza lasciare che l’ansia ci divori il cuore e le emozioni.

Siamo travolti dalle preoccupazioni, corriamo come dei matti, sempre insoddisfatti, spesso arrabbiati e polemici.

Il tema della fiducia è un tema essenziale e impegnativo, che sta in equilibrio fra affido e impegno, senza giustificare la pigrizia o assecondare l’ansia. Ansia che, dicono gli esperti, è una forma di stress della famiglia della paura, manifesta la nostra incapacità di tenere le cose sotto controllo con l’illusione di potere dominare la realtà che, ovviamente, è decisamente più ampia di ciò che possiamo controllare.

Il Signore Gesù ci invita a fare un percorso che parta dall’intelligenza per giungere al cuore e, dal cuore giunga alla fede.

Keep calm!

L’intelligenza ci porta a guardare intorno le cose come avvengono, a centrarci sulla realtà.

È uno strumento importante che ci obbliga ad uscire da noi stessi, dalla nostra autoreferenzialità, oggi quanto mai diffusa e perniciosa (e pericolosa!). noi al centro di tutto, invece di essere inseriti in un contesto.

Eppure Gesù parte proprio da me per invitarmi ad alzare lo sguardo, a guardare gli uccelli del cielo e l’erba del campo, a ragionare sul fatto che non posso aggiungere una sola ora della mia vita (questo non significa fare di tutto per accorciarla!). Intelligenza nel vedere che esiste un’armonia, una leggerezza, una sottigliezza che sono chiamato a cogliere ed interpretare.

La rigidità con cui affrontiamo le situazioni ci impedisce di vedere oltre, al di là, di ammirare l’opera potente di Dio in noi e nelle vite di chi abbiamo accanto.

È come dire: la realtà si adegui! Chi non vuole vedere non riesce a vedere.

Dall’intelligenza al cuore. Davanti a tanta armonia il cuore si converte, si commuove: esiste un Dio che conta i capelli del mio capo e che si occupa di due passeri che, pure si vendono per un soldo (Lc 12,6). Certo, ci sono molte cose che non capiamo (la violenza, il peccato che abita in noi) ma le contraddizioni sono inserite in un contesto di luce.

Matteo dice che anche partendo dall’osservare le cose positive possiamo risalire al Creatore che le ha volute. La fede ha sempre a che fare con l’intelligenza e il cuore ma approda alla volontà per far nascere la fede che è fiducia.

Alla fede

La fede nasce dal credere che questo Dio che veste i gigli del campo veste anche me! Non facendomi trovare i vestiti all’uscio, ma facendo della mia vita un percorso che mette il Regno e la giustizia al centro, e il resto arriva in sovrappiù.

Parliamo di una misura, di una proporzione, non dell’incoscienza: non stiamo seduti ad aspettare la manna dal cielo, Dio arriva a noi attraverso gli strumenti abituali, ordinari, senza fare miracoli che pieghino la realtà.

La nostra vita è l’opportunità che ci è data per capire e per amare, per lasciarci amare attraverso percorsi che non vorremmo e che, spesso, pretendiamo di tenere in mano e, in fondo di controllare.

È naturale preoccuparsi (occuparsi prima, non ha senso!), è naturale avere paura e difendersi, è cristiano, invece, scegliere di lasciare che sia Dio a primeggiare.

Cerchiamo anzitutto il Regno, le cose di Dio, il resto verrà. Come?

Con i soliti strumenti della vita interiore: la preghiera, la vita di comunità, i sacramenti, la meditazione della Parola ma, soprattutto, lasciare che questa abitudine contagi la vita e i giudizi. E vivere nella giustizia nelle relazioni, nella correttezza (interiore, profonda, autentica) con le persone, con le situazioni, tenendo fede… alla fede.

Si può fare.


Vangelo e arte (da www.monasterodibose.it)

Mosaico di Musrara, VI sec., 7x4 metri, tessere musive policrome, Gerusalemme (nei pressi della porta di Damasco).

 

Mosaico particolare del vaso
Mosaico particolare del vaso
Nell’immaginario delle prime generazioni cristiane gli uccelli sono stati utilizzati sia come elemento decisamente decorativo sia con un valore molto più simbolico. Le decorazioni delle case romane riportano numerosi affreschi e mosaici con rappresentazioni di uccelli, è da questo stile e da questo immaginario che i cristiani attingeranno per le loro rappresentazioni.

Un esempio raffinato è quello del mosaico pavimentale detto di Musrara a Gerusalemme vicino alla porta di Damasco. Il mosaico è stato scoperto tra il 1892 e il 1893 e risale al VI secolo.

Questa pavimentazione testimonia l’utilizzo certamente liturgico dell’ambiente per il quale è stato realizzato. Ha una lunghezza di sette metri ed è largo più di quattro.

Da un vaso finemente decorato partono dei tralci di vite all’interno dei quali trovano spazio diversi uccelli. Al fianco del vaso due pavoni.

 

Mosaico particolare dei tralci
Mosaico particolare dei tralci
La vite ha chiaramente un significato legato al passo di Giovanni 15,1-11. Gesù è la vigna, il Padre il vignaiolo e i fedeli i tralci dal quale si richiede il frutto.

In questo mosaico si aggiunge inoltre la presenza degli uccelli alcuni intenti a beccare i grappoli di uva che pendono dalla vite. Se la vite è Cristo, cibarsene vuol dire partecipare della sua vita, essere un corpo solo, partecipare all’eucaristia che è pane e vino.

Ogni tralcio è un fedele e ad ogni tralcio corrisponde un uccello anch’esso quindi simbolo del fedele. In questo solco simbolico si inserisce il brano del vangelo di questa domenica che ricorda ai fedeli di guardare agli uccelli come memoria dell'attenzione da parte di Dio verso di loro. il Signore provvede a loro e tanto di più provvederà a noi che valiamo più di molti passeri! (Lc 12,7).

 

Mosaico particolare della gabbia (nel cerchio rosso)
Mosaico particolare della gabbia
(nel cerchio rosso)
Come ci ricorda questo brano siamo chiamati a non farci prendere dalla preoccupazione, ma a vivere l’oggi in Dio. Per ricordare al fedele di non lasciarsi prendere dalle preoccupazioni in questo mosaico sull’asse principale un solo uccello è in gabbia: l’unico uccello che non può avvicinarsi ai grappoli che gli pendono ai lati. Le preoccupazioni sono diventate più forti della sua capacità di affidarsi al Signore e rischia di restare bloccato.

 

Mosaico particolare dell'iscrizione
Mosaico particolare dell'iscrizione
Un ultimo accenno all’iscrizione che si trova sulla sommità del mosaico, è in lingua armena e dice:”In memoria e per la salvezza di tutti gli Armeni, dei quali il Signore conosce i nomi”. Era quindi nella volontà dei committenti del mosaico ricordare attraverso i tralci e gli uccelli tutti i credenti di cui il Signore conosce il nome e di cui si prende cura nel presente e lo farà nel futuro.

 

fr. Elia
 

Il vangelo in poche parole


«Il pane che a voi sopravanza è il pane dell'affamato;
la tunica appesa al vostro armadio è la tunica di colui che è nudo;
le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo;
il denaro che voi tenete nascosto è il denaro del povero;
le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi compite
».
San Basilio Magno


Altri commenti affidabili, semplici, profondi


p. Marko Ivan Rupnik: VIII domenica del tempo ordinario (testo)
Enzo Bianchi: Non potete servire Dio e Mammona (testo)
p. Ermes Ronchi: Dio ha bisogno delle nostre mani per essere Provvidenza (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it/videoomelie.html (testo; video)
don Claudio Doglio: Ascoltarti è una festa! VIII domenica TO anno A 2017 (video; audio)
don Claudio Doglio: Commento alle letture VIII domenica TO anno A 2017 (testo)
p. Gaetano Piccolo: La vita non ti regala niente! Quanto ci interessa lo spread dell'amore? (testo)
sr. Mariangela Tassielli: Preoccupati o affidati? (testo)
Ileana Mortari (teologa): Non preoccupatevi per la vita, ma cercate il regno di Dio (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): Come i gigli del campo, come gli uccelli del cielo (testo)
Paolo Curtaz: Prima il Regno (testo)
don Tonino Lasconi: Affidarsi per fidarsi (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Lectio divina e meditazioni

Carmelitani: Lectio divina 26 febbraio 2017 (testo)
Combonianum.org: Lectio della VIII domenica del tempo ordinario (A) (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

25/02/2017 Categoria: Torna all'elenco