Dare
tutto… quanto sei pretensioso, Signore. Come se il tanto non fosse
sufficiente! E già… di fronte al Vangelo della donna povera che
mette nel tesoro del tempio tutto quanto aveva per vivere, o alla
vedova di Zarepta che offre al profeta Elia le ultime cose che aveva
per sfamare il figlio, verrebbe proprio voglia di alzare la mano e
lamentarsi. Davvero quel tesoro aveva bisogno degli spiccioli – gli
ultimi – della donna povera? Davvero Dio non poteva dare al profeta
nutrimento in altro modo? Eppure Gesù loda proprio chi dà ciò che
ha senza trattenere nulla per sé. Gesù che offrirà se stesso al
Padre, senza misurare in nulla la sua statura divina, indica gesti
come quelli della donna quali modelli a cui attenersi. Sembra proprio
che le vie del Vangelo non abbiano altri binari se non il dono, la
non misura, la totalità. No, per Dio non conta la quantità, non ha
nessun valore quale ruolo tu abbia. È degno di merito ciò che tu,
chiunque tu sia, metti in gioco di stesso. Hai
poco? Non importa, offriglielo!
Hai
sbagliato? Non importa, vai da lui!
Ti
senti indegno? E allora? È lui a sentirti prezioso. È
commovente la fiducia della vedova di fronte alla richiesta del
profeta. E lo è alla pari la povera donna vedova che sfidando occhi
indiscreti e lingue maligne osa mettere il suo poco. Ma è ancora più
commovente sapere che Gesù non ci ha offerto altri modelli per la
nostra fede. È straordinario sapere che la nostra relazione con lui
non ha la sua misura nella purezza dei farisei o nella perfetta
conoscenza di Dio dei dottori della legge. I nostri modelli sono i
poveri, gli indifesi, i violati da tutti che, nella loro semplicità,
non misurano ma donano.
Dare
tutto!
Dare tutto!
È difficile,
lo sappiamo, Signore,
ma è ciò che ci chiedi.
Non
perfezione, non purezza, non quantità.
Tu ci chiedi la fiducia
semplice
di chi sa di non dover misurare,
costruire,
fingere, apparire.
Ciò che siamo,
per quanto fragile e
povero,
è ciò che tu gradisci e custodisci.
Grazie,
Signore della vita. Amen.
Il vangelo in poche parole