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La Parola è la mia casa: La Gloria e il comandamento nuovo (V dom di Pasqua anno C)

La Parola è la mia casa: La Gloria e il comandamento nuovo (V dom di Pasqua anno C)

I testi della liturgia del 19 maggio da www.chiesacattolica.it

Il commento alle letture
(da www.lpj.org)

La Gloria e il comandamento nuovo

di mons. Pierbattista Pizzaballa

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Il brano di Vangelo che ascoltiamo oggi (Gv 13,31-35) è tratto dal capitolo 13 del Vangelo di Giovanni, capitolo in cui l’evangelista pone il racconto dell’ultima cena di Gesù con i suoi e non è di immediata comprensione se lo togliamo dal suo contesto.

Dopo il gesto scandaloso della lavanda dei piedi, Giovanni riporta l’annuncio, da parte di Gesù, del tradimento di Giuda (13,21). Seguono i versetti che ascoltiamo oggi, con le parole sul comandamento nuovo, e poi un nuovo annuncio di defezione, che questa volta riguarda Pietro e il suo rinnegamento (13,36).

Il comandamento nuovo, quindi è come incastonato tra due annunci di tradimento. Ed è questo il primo elemento su cui soffermarci, perché Gesù chiederà ai suoi di amarsi tra loro nello stesso modo, con la stessa misura con la quale Gesù li ha amati (“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” – 38).

E la misura è data dalla distanza che i discepoli pongono tra loro e il Signore: una distanza abissale, quella del peccato, ma che Gesù colma con il suo amore gratuito; non lascia i suoi vagare nella lontananza dove si sono smarriti, perché, come abbiamo visto domenica scorsa, lui è il buon pastore, e il buon pastore non vuole che nessuna delle sue pecore vada perduta. Per questo dà la vita.

L’evangelista Giovanni mette in relazione il rinnegamento di Giuda con le parole di Gesù proclamate nel Vangelo di oggi: è infatti proprio quando Giuda prende il boccone ed esce, che Gesù esclama queste parole forti, apparentemente fuori luogo: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui” (Gv 13,31).

Cosa significano?

Tutto il Vangelo di Giovanni tende ad un’“ora” misteriosa, un momento in cui Dio avrebbe rivelato completamente se stesso, la sua gloria, nella vita e nell’opera del Figlio. Ebbene, l’ora è giunta proprio in questo momento, in cui Gesù può finalmente rivelare tutto l’amore che è venuto a donare, un amore che raggiunge anche il discepolo che rinnega e che tradisce, un amore che anche per lui dona la vita.

Giuda è appena uscito per tradire il suo Signore, per consegnarlo. Ma l’ha fatto dopo aver ricevuto da Gesù il boccone destinato all’amico prediletto, dopo aver mangiato il pane dell’amicizia in cui ogni inimicizia è superata.

E proprio questa è per Gesù la gloria, ovvero il massimo dell’amore possibile; per cui anche il gesto di Giuda viene riletto e accolto come un’ulteriore possibilità di amare, e quindi di dare gloria al Padre.

Il Padre, a sua volta, risponderà a questo gesto di amore e di obbedienza dando gloria al Figlio: come l’amore di Gesù raggiunge i discepoli persi nel loro peccato, così l’amore del Padre non lascia Gesù perso nella morte: “subito” (Gv 13,32), infatti, gli restituirà la vit: Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito”.

Queste parole di Gesù, dunque, si pongono in mezzo a queste due storie di tradimenti, e ci stanno come un inno di vittoria, come un presagio sicuro di salvezza. Proprio dentro tutto questo male si rivela pienamente la vita di Dio.

Eppure questo non è ancora tutto.

Il capitolo 13, infatti, pone al centro i due gesti di tradimento, grazie ai quali si manifesta tutto l’amore di Gesù per l’uomo, gesti che anticipano e intrepretano ciò che, di lì a poco, sarebbe accaduto sulla croce, che le danno senso.

Ma subito dopo chiede ai suoi di amarsi gli uni gli altri come Lui li ha amati: li ama gratuitamente e chiede, in forza di questa gratuità, di fare altrettanto.

Le parole del comandamento nuovo possono essere poste solo nel contesto della croce e, in Giovanni, solo dopo quei gesti che della croce dicono il senso. I discepoli non saranno capaci, infatti, di amarsi se non per l’amore che hanno ricevuto.

L’amore di Dio non si ricambia: non saremmo mai capaci di restituirgli ciò che Lui ci ha donato.

L’amore di Dio, piuttosto, lo si scambia tra di noi, lo si fa circolare, e questo è l’unico modo con cui possiamo ri-amare Dio, in cui possiamo dirgli il nostro vero grazie.

 

Il vangelo in poche parole


«Vedete la novità del suo amore verso di noi? La legge prescriveva di amare il proprio fratello come se stessi. Ora nostro Signore Gesù Cristo ci ha amati più di se stesso, poiché, vivendo nella stessa condizione di Dio Padre ed essendo uguale a lui, non sarebbe disceso nella nostra bassezza, non avrebbe subito gli schiaffi, gli scherni e tutto ciò che ha subito – se volessi elencare per filo e per segno tutto ciò che ha sofferto non finirei più – e, soprattutto, non avrebbe voluto, essendo ricco, farsi povero, se non ci avesse amato più di se stesso. Una tale misura di amore è quindi inaudita e nuova».

Cirillo di Alessandria


La Parola da vivere

Parola da vivere durante la settimana: AMATEVI
Cristo Gesù chiede che il peso di Dio deve diventare anche il peso dell’uomo: anche l’uomo varrà per quanto saprà amare. Un solo amore è credibile, quello di Dio. L’alleanza nuova, e il precetto nuovo daranno vita al «nuovo cielo» e alla «nuova terra» (Ap 21,1). La novità caratterizzante la Gerusalemme celeste è l’amore di Dio, riversato nel cuore dei suoi abitanti. Dio pianta la sua prima tenda in Israele, durante il cammino nel deserto (Es 40,34), e poi sceglie come dimora il tempio di Gerusalemme (1Re 8,10). La sua nuova e definitiva abitazione è la persona stessa di Gesù: il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14). In Gesù poi ogni uomo che accoglie l’amore di Dio diviene dimora del Padre e del Figlio (Gv 14,23).

 
Altri commenti affidabili, semplici, profondi

mons. Pierbattista Pizzaballa: www.lpj.org (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
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Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Lis - Video commento lingua italiana dei segni: www.qumran2.net/parolenuove/commenti.php (video)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

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18/05/2019 Categoria: Torna all'elenco