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La Parola è la mia casa: Ditemi che non è vero (XXXI TO anno A)

La Parola è la mia casa: Ditemi che non è vero (XXXI TO anno A)

I testi della liturgia di domenica 05 novembre da www.chiesacattolica.it


Il commento alle letture
(da www.tiraccontolaparola.it)

DITEMI CHE NON E' VERO
di Paolo Curtaz

No dai, ditemi che non è vero per favore.

Ditemi che questo Vangelo non è per me. Non ora, non oggi.

Che riguarda i non credenti. I tiepidi. I lontani. I peccatori.

Quelli che guardo con aria di benevola sufficienza dall’alto della mia umiltà e della mia splendente dimensione spirituale.

Invece no, cavolo.

Matteo è preciso e diretto: Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli.

Cioè esattamente e precisamente a me.

Allora facciamo così, amici, ve lo devo. Se oggi siete di malumore fermatevi qui.

Se invece osate lasciarvi mettere in discussione, andiamo avanti a leggere.

Ma se lo fate, se lo facciamo, per favore, evitiamo di accampare scuse, di pensare “se lo leggesse il mio parroco!”, di giustificarci.

Lasciamoci tagliare dentro dalla Parola. Una volta tanto!

Dicono e non fanno

Forse sono anch’io uno di quelli che dice e non fa. Nel mio caso che scrive e non fa.

Grandi applausi, decine di libri pubblicati e tradotti, migliaia di persone ad ascoltare le mie lectio, la fila come dal salumiere per una stretta di mano.

Grandioso, magnifico. Ma io ascolto ciò che dico? Lo vivo? Si incarna nella mia contraddizione, nella mia ricerca, nel mio vagare? Sono onesto con Dio e con me stesso prima che con voi?

Una cosa sola Gesù non sopporta in noi discepoli: l’ipocrisia.

Non il senso del limite, e nemmeno il peccato. Ma l’illusione di avere una facciata.

Santa, nel nostro caso.

Quanto danno al Vangelo fanno le nostre incoerenze! Quanta gente allontana il nostro apparire sicuri, i nostri giudizi (santi e timorati nelle nostre intenzioni!). Quanta pessima pubblicità facciamo a Dio quando rispettiamo in apparenza i comandamenti salvo poi negarli in ufficio, in casa, in condominio!

Portare grandi croci al collo senza farle risuonare nelle scelte.

E frequentare messe e novene senza convertire le parole e i pensieri.

Come annota giustamente Papa Francesco: per comportarsi in questo modo è meglio dirsi atei, almeno non offendiamo il Vangelo.

Intendiamoci: Gesù non è morto per la coerenza e il legalismo imperante non ha nulla a che vedere col Vangelo. Ma non possiamo nemmeno nasconderci dietro questa affermazione per vivere come de senza Dio.

Fanno di tutto per essere ammirati

Lo so bene per me, narcisista ed egocentrico. Che ho anche avuto in sorte e in dono innumerevoli capacità. Capacità che, stoltamente, a volte mi attribuisco, come se fosse roba mia.

Certo, mentirei se non dicessi che sono colmo di gioia e di soddisfazione quando un mio pensiero, le mie parole, sono prese da Dio per aprirgli i cuori. Ma è grazie. È dono. È lo Spirito.

Quando qualche anima tenera mi ringrazia con entusiasmo, mi schernisco e declino ogni responsabilità. Sembra una battuta ma è vero. Se avessi la capacità di convertire i cuori farei il dittatore.

Ma è una lotta. Se uno è più apprezzato di me rosico. Mi dà fastidio se qualcuno vede le mie fragilità. Temo il giudizio degli altri mentre trascuro quello di Dio che, sempre, è solo misericordia pura e feconda.

È bello essere amati.

Essere ammirati è un’altra cosa e rischia di farci scivolare verso l’esteriorità o verso la depressione.

Siamo amati da Dio a prescindere e questo amore ci mette le ali, e Dio non ci giudica, lascia tempo alla nostra conversione, ci accompagna, ci lascia fiorire.

Chiediamoci, con onestà, se talora i nostri comportamenti non siano finalizzati all’essere ammirati, riconosciuti, premiati.

Fare i bravi bambini, comportarci come gli altri si aspettano che ci comportiamo. Scordandoci di essere noi stessi.

Impongono pesanti fardelli

Quando appesantisco gli altri con assurde richieste, con manifestazioni di potere.

Se mi ami devi.

Sono tuo padre quindi.

Se intendi davvero collaborare dovresti.

Modi subdoli di manipolare, di controllare, di suscitare e gestire sensi di colpa.

La Chiesa non dovrebbe fare così. Noi discepoli non dovremmo fare così perché così facendo offendiamo il volto di Dio che i pesi li carica sulle proprie spalle.

Gesù ha vissuto ciò che ha detto.

È stato autentico fino a rendersi odioso.

Ha portato il fardello della tenebra fino ad inchiodarlo alla croce, liberandocene.

E ci ha insegnato la strada.

Nessun Maestro se non Dio.

Nessun guru. Nessun capo.

Liberi fratelli alla ricerca dell’unico Padre.

Servi gli uni della felicità degli altri.

Sì, ci sto.

Il vangelo in poche parole


«
L’autorità va concepita come presenza ministeriale e pura trasparenza dell’Unico. Ogni autorità va concepita nella linea del servizio. Nessuna autorità deve porsi in modo tale da oscurare il fatto fondamentale – che invece di fronte a tutti deve sempre essere ben visibile – che l’unico Signore è il Cristo, che ogni membro della comunità è figlio di Dio, e che tutti i membri fra di loro sono fratelli. La vera autorità è trasparenza. Non dice parole proprie e non ricerca se stessa. Signoria di Dio, filiazione divina e fraternità sono le categorie fondamentali della comunità (e del vangelo): l’autorità è al loro servizio, deve rivelarle, difenderle, farle risaltare, mai oscurarle». 

don Bruno Maggioni

Parola da vivere


Parola da vivere durante la settimana:  UNO SOLO È MAESTRO
La preoccupazione di Cristo Gesù verso scribi e farisei non è legata al fatto che comandano ma poi non fanno niente. Il problema è più sottile e radicato, e riguarda l’intenzione globale e profonda del loro agire: «Per essere ammirati dagli uomini». Il sospetto terribile è che forse Dio è assente di fatto nell’orizzonte del loro pensare e del loro fare. Il rischio è quello di un tentativo di autodivinizzazione, e quindi di una competizione di potere: posti d’onore, primi seggi, saluti deferenti e titoli.

Altri commenti affidabili, semplici, profondi

p. Marko Ivan Rupnik: www.clerus.va (testo)
Piero Stefani: www.ilregno.it (testo)
Enzo Bianchi: www.monasterodibose.it (testo)
p. Ermes Ronchi: www.avvenire.it (testo)
p. Alberto Maggi: www.studibiblici.it (testo; video)
don Claudio Doglio: dondoglio.wordpress.com (video; audio)
don Claudio Doglio: www.symbolon.net (testo)
p. Gaetano Piccolo: cajetanusparvus.com (testo)
Acli.it: vivere la domenica (testo)
sr. Mariangela Tassielli: cantalavita.com (testo)
Ileana Mortari (teologa): www.chiediloallateologa.it (testo)
Wilma Chasseur (teologa ed eremita): www.incamminocongesu.org/ (testo)
don Enzo Pacini (cappellano del carcere di Prato): www.toscanaoggi.it (testo)
Paolo Curtaz: www.tiraccontolaparola.it (testo, audio, video)
don Tonino Lasconi: www.paoline.it (testo)
Evangeli.net: Commento e breve spiegazione teologica in meno di 450 parole (testo)

Per chi vuole qualcosa di più: Lectio divina e meditazioni

Carmelitani: Lectio divina quotidiana(testo)
Combonianum.org: Lectio divina (testo)
Centro apostolato biblico: www.centroapostolatobiblico.it (testo)

04/11/2017 Categoria: Torna all'elenco