La
corsa al buffet
La
vita è un grande banchetto, a cui siamo comunque invitati, e non
sempre le pietanze che vengono servite sono di nostro gradimento.
Come ai pranzi di nozze, a volte arriviamo a questo banchetto con la
fame agli occhi. Archiviamo ogni regola di buona educazione e
cerchiamo la posizione strategica per ritrovarci al primo posto
davanti al buffet. Siamo così lanciati sulle pizze fritte che non
abbiamo alcuna intenzione di alzare la testa, con il rischio di
incrociare lo sguardo dello sposo. Ci buttiamo in questa vita
divorando tutto quello che troviamo – così profondo è il senso di
vuoto che ci portiamo dentro – confidando nel bicarbonato che
questa sera ci assicurerà un po’ di sollievo! Chi più chi meno,
siamo tutti in qualche modo divoratori di immagini e di telecamere,
di gratificazioni e di affetto, cerchiamo tutti il primo posto nel
banchetto, e se accettiamo di sederci in un punto più defilato è
solo perché siamo usciti sconfitti nella corsa al buffet! Cerchiamo
un posto nella vita dove stare comodi, cerchiamo un posto nel cuore
delle persone, soprattutto cerchiamo un posto dove stare bene in
vista per essere riconosciuti e gratificati, chiediamo ogni giorno al
mondo di rassicurarci e affidiamo la nostra stima alle attese degli
altri.
L’esempio
dello Sposo
Chi
va a occupare l’ultimo posto invece può alzare serenamente lo
sguardo, perché si presenta così com’è, non ha paura di essere
visto nella sua povertà. Per questo non ha paura di incrociare lo
sguardo dello sposo. Lo Sposo infatti è colui che si è umiliato per
primo, che non ha considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con
Dio, è colui che ha rifiutato il privilegio di trasformare per sé
le pietre in pane, è colui che non ha trovato posto nell’albergo,
ma l’ha trovato solo sul Golgota, è colui che è stato esaltato
solo sulla croce.
L’ascesa
verso la fine
Coloro
che cercano di occupare i primi posti vivono nello sforzo quotidiano
di indossare una maschera pesante che seduce e inganna. Non sono mai
loro stessi, perché vivono nell’ansia di nascondere le loro
angosce. È come se quotidianamente dovessero lavorare al photoshop
della loro vita. Com’era lungimirante Ignazio di Loyola quando
vedeva la vera tentazione non tanto nella ricchezza, che è solo il
primo stadio della tentazione, ma molto di più nella vanagloria
(mostrare una falsa immagine di sé) e ancor più nella superbia
(ritenersi migliori degli altri)!
Imparare
a cucinare
Se
la vita somiglia a un grande banchetto, è anche vero che a volte
siamo chiamati noi a prepararlo. È anche vero che ci sono coloro che
preferiscono passare la vita girando di sala in sala, di ricevimento
in ricevimento, senza prendersi mai la responsabilità di organizzare
un pranzo per qualcun altro. Sono le vite che si scoprono
improvvisamente senza senso, quelle che si sono riempite la pancia
fino a scoppiare, quelli che sono diventati così gonfi da non
riuscire più a passare per la porta stretta.
Oltre
la reciprocità
La
vita invece ci chiede continuamente di passare dall’essere ospitati
al diventare coloro che accolgono. Questa è la dinamica dell’amore.
Ma – sebbene abbiamo fatto della reciprocità un valore
fondamentale delle democrazie occidentali – la reciprocità non è
un valore per il vangelo, ma una distorsione dell’amore! Il
banchetto che prepariamo non è un luogo in cui guadagnare, ma è il
luogo in cui restituire. È davvero triste quando nelle relazioni,
anche nelle relazioni quotidiane, si fa la partita doppia per
verificare se i conti tra me e te sono in pareggio. Quello è il
segno che la relazione non funziona più.
Una
festa o un comitato d’affari?
Io
credo che la nostra vita sia ogni giorno un banchetto d’amore e il
modo in cui organizzo questa festa dice molto del mio modo di amare,
dice chi sono: ci possono essere banchetti per pochi intimi, feste di
paese, ricevimenti diplomatici, momenti di famiglia… Che cosa ci
guadagnerò da questa relazione? Questa è la domanda che distrugge
la festa. Se nella mia lista degli invitati non ci sono i cechi e gli
zoppi, vuol dire che la mia vita non è una festa, ma una riunione
d’affari. Al tempo di Gesù i ciechi e gli zoppi erano esclusi
dalle cerimonie del tempio, persino i luoghi sacri erano diventati
luoghi di affari! Ecco, possiamo sempre decidere ogni giorno se
vogliamo fare della nostra vita una festa o una riunione di lavoro.
Il vangelo in poche parole