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@ La posta di Chiara: Costruire la pace a costo della vita: la suora in Myanmar e l’audacia della fede

@ La posta di Chiara: Costruire la pace a costo della vita: la suora in Myanmar e l’audacia della fede

are sorelle, nei giorni scorsi sono rimasta particolarmente colpita dalla fotografia della suora che nel Myanmar si è inginocchiata davanti ai militari chiedendo che cessassero le violenze. È un Paese di cui non si parla molto, ma ho trovato questa immagine emozionante e mi sembra che abbia evidenziato in un modo che da tempo non si vedeva il ruolo della Chiesa e in particolare delle religiose come costruttrici di pace. Che cosa ne pensate? Un pensiero affettuoso.

Sara

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L'immagine di suor Ann Rose in ginocchio di fronte alla polizia per supplicare la fine della violenza in Myanmar ha fatto il giro del mondo e ha suscitato commozione in moltissime persone. 

In un’intervista rilasciata dalla stessa durante un incontro di preghiera per la pace in quel paese, la religiosa ha condiviso il suo stato d’animo in quel difficile momento quando, di fronte alla violenza della polizia nei confronti di moltissimi civili che in modo pacifico manifestavano il proprio dissenso al regime militare, ha trovato la forza di porsi tra le forze governative e la popolazione, implorando, a mani giunte, la fine di questa inaudita violenza: “Uccidete me, non loro!” gridava continuamente la religiosa ai militari. E, in quel frangente, l’esercito si è arreso! “Quel giorno – ha dichiarato la religiosa – non ci fu nessuna vittima in quella città!”. Siamo consapevoli che suor Ann Rose non ha risolto il problema della pace in Myanmar: purtroppo le violenze sono riprese e il numero delle vittime è in continuo aumento; l’audacia evangelica e la disponibilità a donare la propria vita in cambio della salvezza del suo popolo, tuttavia, non è stata vana: essa infatti ha avuto il potere di scuotere l’intero popolo di Dio aiutandolo a prendere consapevolezza della propria vocazione a costruire la pace anche a costo della vita. 

Il gesto, compiuto nel nome del Signore da questa donna consacrata, ha rivelato l’amore della religiosa per il suo popolo e per tanti innocenti che anelano alla giustizia e alla democrazia, ma nel contempo è stato profondamente profetico. Gettandosi “nella mischia”, con l’unico desiderio di salvare la vita di tanti suoi fratelli, infatti, la suora ha reso visibile la radicalità della propria vocazione cristiana e religiosa, disponibile a pagare di persona perché la pace possa essere finalmente realtà per tutti. Forte nella sua debolezza, suor Ann Rose è stata un eloquente segno della vocazione della Chiesa intera, chiamata, come il suo Maestro, a “porsi frammezzo”, a intercedere perché la pace e la giustizia cessino di rimanere semplicemente ideali e divengano concretezza quotidiana. Questa piccola donna, armata solo di tanta fede e del rosario, ha testimoniato che la potenza di Dio agisce proprio nella debolezza della propria carne e della propria persona. Al suo coraggioso gesto, si è unito papa Francesco che, a conclusione dell’udienza generale di mercoledì 17 marzo, ha esplicitamente affermato: «Anche io mi inginocchio sulle strade del Myanmar e dico: cessi la violenza, anche io stendo le mie braccia e dico: prevalga il dialogo. Il sangue non risolve niente. Prevalga il dialogo!”».

Sono molte le donne che, in ogni parte del mondo, rispondono ogni giorno alla medesima chiamata, impegnandosi a costruire ponti di dialogo e intessere relazioni pacifiche per il superamento di ingiustizie e oppressioni: alcune di esse perdono la propria vita! Menzioniamo tra le tante, le Suore delle Poverelle dichiarate, nei giorni scorsi, venerabili per aver condiviso sino alla fine la tragica epidemia di Ebola; ricordiamo anche Annalena Tonelli, oppure sorella Maria Assunta Porcu, Piccola Apostola di Gesù e molte altre.

Non lasciamo cadere nell’oblio esempi tanto luminosi, ma eleviamo la nostra gratitudine al Signore per doni così grandi, chiedendo a Lui la grazia di compiere, a nostra volta, gesti coraggiosi di pace e di dialogo nello scorrere del nostro semplice quotidiano, perché si possa creare una nuova cultura della fratellanza universale.

 

Chiara - monaca clarissa


Da www.santalessandro.org

17/04/2021 Categoria: Torna all'elenco