Il linguaggio sportivo è molto frequente anche nella parola di Dio. Nei giorni della Passione, per esempio, si parlerà di agonia, da cui deriva uno dei termini sportivi più usati: l’agonismo. A Pasqua si applaudirà lo stupendo duello,
vero e proprio match decisivo tra la Vita e la Morte, vinto a fatica
dal Signore della Vita. Intanto la Quaresima chiama ad un più forte
impegno ascetico, che ha pure allusioni sportive. L’ascetica
in greco non indica tanto un prontuario di pratiche monacali, quanto
gli insistiti esercizi di allenamento che portano a rendere facili e
spontanei i gesti atletici più ardui.
IL CAPITANO DELLA SQUADRA
Se leggiamo in termini agonistici la vicenda di Gesù, possiamo vedere
nel Battesimo al Giordano la presentazione del Campione della Vita che
sta per scendere in campo contro il Satana, nemico di Dio e dell’uomo.
La voce fuori campo proclama: «Tu sei il Figlio mio, che io amo. Io ti
ho mandato». Subito dopo, lo Spirito di Dio spinge Gesù nel deserto. Non
è una fuga dal mondo, ma un ritiro in disparte prima del combattimento.
Questi ritiri, nello sport, servono per creare nell’atleta una forte
autocoscienza e per concentrarlo sui punti essenziali della strategia
per la vittoria.
Fortificato dal ritiro, il Campione scende in campo e annunciando che
il Regno di Dio è vicino e che il dominio del male ha i giorni contati.
Non è sicumera, ma serena sicurezza che viene da Dio.
UNO SCONTRO ALL’ULTIMO SANGUE
Il confronto è incominciato. E sarà duro, all’ultimo sangue. Lo si
capisce fin dall’inizio. “Dopo che Giovanni fu arrestato” dice il
Vangelo. È come lo snodo di una drammatica staffetta tra i Profeti e
Gesù. I Profeti avevano in successione chiamato il mondo a tornare a
riconoscere Dio come unico Signore e han pagato con la vita la loro
contestazione. Arrestato e messo fuori combattimento il Battista, Gesù
raccoglie il testimone e si accinge alla fase decisiva dello scontro con
“i dominatori di questo mondo di tenebra”. Tutta la sua vita pubblica
sarà un continuo, duro confronto con il male del mondo in tutte le sue
forme. Più volte sarà tentato di… attaccare le scarpe al chiodo, ma
nella preghiera, in disparte, troverà sempre la forza di portare avanti
la sua missione. Il momento più difficile sarà l’agonia nel Getsemani.
Lì ci sarà l’ultima tentazione, fatta di paura e di angoscia.Ma, ancora
una volta, facendo leva sulla preghiera, affronterà l’assalto finale.
E andrà in un silenzio maestoso allo scontro finale. Sconfitto in un
primo momento, verserà il suo sangue per la vita di tutti, ma si
rialzerà definitivamente vittorioso e darà inizio effettivo al regnare
incontrastato di Dio.
CONVOCATI A SCENDERE IN CAMPO CON GESÚ
La linguaggio sportivo potrebbe far pensare che in fondo la vita di
Gesù e la nostra vita al suo seguito non siano altro che un bel gioco
complicato da difficoltà artificiose e dall’esito scontato. Invece si
tratta di un combattimento reale, come purtroppo è
drammaticamente reale il potere del male nella nostra vita e nella
storia. Il paragone con i dinamismi sportivi ci dà l’idea di come
possiamo affrontare la lotta e ci aiuta a pensare che l’impegno
ascetico anche aspro con cui -in modo particolare in quaresima- ci
dobbiamo allenare e preparare al combattimento non è per “mortificare”
le nostre energie vitali, ma esattamente per il contrario. Lo stesso
vale per i ritiri in disparte. Non sono un chiamarsi fuori dai confronti
esistenziali, ma sono un raccogliere e un concentrare tutte le
componenti della persona al raggiungimento dell’obiettivo finale che Dio
sia tutto in tutti.
ALLENAMENTI CATEGORIA PER CATEGORIA
La proposta di un forte tempo di allenamento spirituale è per tutti. Per i bambini,
innanzi tutto. I famosi “fioretti” sono i primi, piccoli, ma
importanti esercizi di dominio di sé e di irrobustimento interiore. E
non si dica che i bambini son troppo piccoli per questo. Le scuole di
calcio e di danza, con gli allenamenti costanti che richiedono, son lì a
dimostrare che è bene cominciare subito. Gli allenamenti sono
importanti per i giovani, che per realizzarsi devono
imparare ad andare controcorrente e a muoversi contro il male con
acrobazie coraggiose che si possono preparare solo con allenamenti duri e
insistiti, come appunto avviene nello sport. Gli adulti, come la vite, devono essere continuamente potati per non smettere di produrre frutto, anzi per produrne sempre di più. Gli anziani
stessi, anzi soprattutto loro, hanno bisogno di mantenere un minimo di
“fisioterapia” adeguata per mantenere rigoglioso il proprio organismo,
fino alla fine, come dice il salmo 92,15.
Nello sport, la medaglia d’oro la vince uno solo, ma, secondo S.Paolo
(1 Cor 9, 24), nel combattimento della fede, possiamo vincere tutti. E
allora: sotto!