"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 8,11-13
Mc 8,11 Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chiedendogli un segno dal cielo, per metterlo alla prova.
12Ma
egli sospirò profondamente e disse: "Perché questa generazione chiede un
segno? In verità io vi dico: a questa generazione non sarà dato alcun
segno".
13Li lasciò, risalì sulla barca e partì per l'altra riva.
A
questo punto la situazione di Gesù è veramente tragica e la sua
immagine impressionante. E’ un uomo addolorato per il rifiuto dei
farisei e meravigliato e deluso per il comportamento dei discepoli
che ancora non capiscono.
I
primi sono totalmente chiusi alla fede. Se chiedono a Gesù un segno,
un miracolo, non è perché vogliono credere in lui, ma per tendergli
un tranello (v. 11). Gesù capisce la loro manovra, rifiuta il segno
e li abbandona (vv. 12–13). E’ la rottura definitiva.
La
differenza tra i farisei e i discepoli sta nel fatto che questi
ultimi non hanno deciso di farlo morire e non l’abbandonano. E
questo non è poco. Per il resto sono uguali: il loro atteggiamento
di incomprensione nei confronti di Gesù è colpevole. Hanno il cuore
indurito perché si ostinano a non capire e non riflettono su ciò
che vedono e odono (vv.17–18).
Gesù
si sforza di farli ragionare; ricorda loro le due moltiplicazioni dei
pani, ma deve concludere con una amara constatazione: «E non capite
ancora?» (v. 21). Sono ciechi e sordi davanti a Dio che si rivela.
Gesù
ci ha già dato il suo massimo segno donandoci se stesso nel suo
pane. Non bisogna chiedergli altri segni, ma credere nel segno che ci
ha dato. Oltre a questo non c’è più niente: è Dio stesso, tutto
per noi. Non resta che riconoscere, adorare, gustare e viverne.
Il
discepolo, invece di chiedere segni, chiede la capacità di vedere
quelli che Gesù gli ha già dato.