"Capisci ciò che leggi?" - Lettura continua del Vangelo di Marco: Mc 3,13-19
E’
inutile cercare di localizzare questo monte perché «la montagna»,
in Marco, indica soprattutto il luogo delle rivelazioni divine,
mentre il mare, come vedremo (4,35–39; 5,46–52), appare come il
luogo della prova e delle dure realtà umane.
Il
numero dodici ha un chiaro valore simbolico: deve, evidentemente,
essere messo in relazione con quello delle dodici tribù d’Israele
presenti al Sinai per formare la comunità dell’Alleanza (Es 24,4;
Dt 1,23; Gs 3,12; 4,2ss).
La
funzione dei Dodici viene subito precisata: «Ne costituì Dodici che
stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero
il potere di scacciare i demoni» (vv. 14–15). Marco ha descritto
Gesù come colui che predica e scaccia i demoni (1,39); ora afferma
la stessa cosa dei suoi discepoli. La missione di Gesù continua e si
rende visibile nel mondo attraverso i suoi inviati.
Gesù
sceglie e chiama. E’ il cerchio di Gesù che si allarga: partecipa
ad altre persone la sua forza e la sua autorità. In Gesù il regno
di Dio si è fatto vicino agli uomini; ora si dilata nei Dodici e
attraverso di loro si estenderà al mondo intero.
Questi
uomini sono presi dalla gente comune, con pregi e difetti, e sarebbe
ingenuo e sbagliato idealizzare il gruppo che ne è uscito: non è
una comunità di puri né un gruppo di educande. Il seguito del
vangelo ce ne darà puntuale conferma.
Il
cristianesimo non è un’ideologia: è una compagnia reale con Gesù,
in un rapporto da persona a persona, che ci coinvolge totalmente. E
da questo coinvolgimento con Gesù, veniamo spinti verso tutti gli
uomini fino agli estremi confini della terra: «L’amore di Cristo
ci spinge… (2Cor 5,14).
Andare
verso tutti gli uomini e stare con lui sembrano due cose
contraddittorie. Ma, in realtà, il Cristo va insieme con i
cristiani: «Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre
il Signore operava con loro e confermava la parola con i prodigi che
l’accompagnavano» (Mc 16,20).
Non
c’è alternativa tra contemplazione e azione. La nostra missione
nasce dall’essere in Cristo, e la nostra prima occupazione è di
restare uniti con lui come il tralcio alla vite (cf. Gv 15,1ss), fino
ad essere contemplativi nell’azione.