Giovanni il Battista ha introdotto Gesù
nella storia del suo tempo, poi è scomparso dalla scena bruscamente: questo è il destino
di tutti i profeti. Giovanni scompare per lasciare il posto al «più forte» di lui.
Le parole di Gesù del v. 15 contengono due elementi: l’annuncio
di ciò che Dio sta per fare e il comando agli uomini perché rispondano all’azione
di Dio con l’atteggiamento adeguato: la conversione e la fede.
«Il tempo è compiuto». L’attesa è finita, le promesse si sono
realizzate; è l’ultima tappa della storia della salvezza, l’ultima fase della
realizzazione del progetto di Dio; è la fine dei tempi (Ger 3,17; 5,8; 50,4.20; Ez
7,7.12; Dan 7,22; 12,4.9); è giunta la pienezza dei tempi (Gal 4,4; Eb 9,26); il momento
presente è pieno fino all’orlo della presenza di Dio che salva.
Proclamando il Vangelo, Gesù dà consistenza alla storia degli uomini,
dà un contenuto vero e un senso nuovo al tempo e allo spazio: dà senso al passato, al
presente e al futuro. Gesù è Dio che riempie di senso infinito il nostro non–senso:
senza di lui siamo pieni di vuoto.
«Il regno di Dio è vicino». E’ vicino il momento in cui Dio
eserciterà in modo effettivo e completo la sua sovranità sul mondo. Se adesso il mondo
è governato dalla potenza del denaro, dell’inganno e della forza (la potenza di
satana), è vicino il momento in cui Dio prenderà nelle sue mani il potere. Sta per
cambiare radicalmente il regime del governo del mondo: si instaura definitivamente la
sovranità di Dio che significa giustizia, concordia, pace, pienezza di vita.
«Dio regna!» è la buona notizia. Se finora gli uomini hanno obbedito
a satana e le loro scelte erano determinate dall’interesse, dal proprio comodo e
dalla volontà di primeggiare, ora non deve più essere così: c’è stata la
rivoluzione, è cambiato il regime e la legge.
Il regno di Dio è presente nella persona di Gesù, nelle sue parole:
poi si comunicherà ai Dodici, alle folle e al mondo.
«Convertitevi e credete nel vangelo». La conversione è un
cambiamento radicale, un vero e proprio rovesciamento, un passaggio dall’egoismo
all’amore, dalla difesa dei propri interessi alla solidarietà. Deve cambiare
l’atteggiamento interiore e la condotta esteriore. Convertirsi è voltarsi verso Dio
in atteggiamento di obbedienza e accogliere con gioia la sua sovranità. Se la sovranità
di satana era oppressiva, quella di Dio sarà liberante: servire Dio è regnare.
Ecco dunque il vangelo: la possibilità di sperimentare gioiosamente la
sovranità di Dio sulla propria vita.
Il breve racconto della chiamata dei primi quattro discepoli vuole
essere un esempio concreto di conversione; non la conversione proposta a degli specialisti
del regno di Dio, ma semplicemente la conversione necessaria per essere cristiani.
L’iniziativa è di Gesù: la vita cristiana non è tanto una
scelta nostra quanto una risposta alla sua chiamata. L’appello di Cristo ha una nota
di urgenza: è il momento favorevole, non c’è tempo da perdere: è la grande
occasione.
L’appello di Gesù esige un distacco radicale: lasciare le
ricchezze (Mc 10,21), abbandonare la strada del dominio e del potere (Mc 9,35),
smantellare quell’idea di Dio che abbiamo costruito a difesa dei nostri privilegi (Mc
7,8–13), vivere nella logica della croce (Mc 8,34) fino a riconoscere nel volto
sfigurato di un uomo crocifisso la vera immagine del Dio senza figura (Mc 15,39).