Oratorio

Un pilastro portante di ogni comunità cristiana è l’oratorio. Seguendo gli esempi di san Filippo Neri e di san Giovanni Bosco, gli oratori sono nati come occasioni educative per i ragazzi e i giovani, ad opera di adulti motivati e preparati, che vogliano bene ai ragazzi e collaborino con gli altri adulti (i genitori in primis) per la loro crescita umana e cristiana. Le attività oratoriane possono svolgersi in qualsiasi spazio o ambiente. L’”oratorio” infatti, prima ancora che un insieme di spazi e strutture, è innanzitutto uno stile, una cura, un’attenzione della Comunità tutta verso i più giovani.

Nella nostra Valle le diverse iniziative si svolgono a rotazione nei diversi spazi disponibili. L’attività più conosciuta, oltre alla catechesi e alle feste ad essa collegate, è l’avventura estiva del GREST, che coinvolge attivamente famiglie, educatori e diversi animatori.

Ma anche durante l’anno diverse sono le occasioni per “educare divertendo” e “divertire educando”: in alcuni paesi un gruppo di volontari adulti garantisce l’apertura settimanale dell’oratorio, proponendo attività ludiche e ricreative molto varie; in altri ci sono proposte di animazione liturgica e di canto adatte alla fascia dei ragazzi; ci sono poi proposte occasionali legate a tornei, teatri, compleanni, feste del paese, ecc.

Suggerimenti e materiali per l’animazione cristiana degli oratori sono a disposizione anche sul sito diocesano di pastorale giovanile: www.pgcomo.org.

Avvisi

Vangelo Ragazzi: Con Gesù saporiti e luminosi ...

Vangelo Ragazzi: Con Gesù saporiti e luminosi ...

Videovangelo della domenica in cartoni animati

Videovangelo bambini V dom TO anno A

Anche noi vogliamo capire

PRIMA LETTURA (Is 58,7-10)
Il terzo Isaia, un autore del VI-V secolo, propone i temi cari ai profeti del suo tempo: l’attenzione agli oppressi, agli affamati, ai senza tetto, la vita nuova vissuta nella giustizia e nella solidarietà. È così che il buon ebreo si assicura l’assistenza e l’aiuto di Dio, è così che «la sua luce brillerà fra le tenebre».

Capire le parole
* Digiuno. Si tratta di astenersi dal prender cibo per un tempo definito e limitato come atto volontario offerto a Dio. In questo modo gli si esprime una radicale sottomissione in quanto la rinuncia a qualcosa di sia pur lecito e necessario vale come affermazione della sua superiorità su ogni altra cosa. Anche il digiuno rischia però di restare come un atto fine a se stesso e vuoto se non è accompagnato (e talvolta preferito) dall’attenzione ai bisognosi, ai deboli e a coloro che sono afflitti da persecuzione.


SECONDA LETTURA (1 Cor 2,1-5)
Prosegue la lettura continua della lettera ai Corinzi, iniziata quasi un mese fa. Paolo si propone di educare la sua comunità a un genuino sentire cristiano. In questo brano ricorda di essersi presentato a loro non con la forza di una filosofia (come forse aveva fatto ad Atene), ma con quella del Vangelo e della croce di Gesù. Caratteristica della sua predicazione è la gratuità e il suo stile semplice, accompagnato dalla testimonianza. Ma anche dalla forza e dalla potenza dello Spirito.

Capire le parole
* Sapienza umana. È il ben parlare, con stile, con eleganza, quella capacità di saper conquistare finanche ad affabulare gli uditori. Paolo ci tiene invece a ricordare che tutta la sua predicazione è basata su quanto di meno possa risultare affascinante: il Cristo crocifisso, sconfitto e fallimentare, su cui ha trionfato la potenza di Dio che lo ha risuscitato. Solo chi è animato da fede e da nessun altro interesse terreno riconosce e accoglie tutto questo.


VANGELO (Mt 5,13-16)
Il testo liturgico dice che Gesù parla ai suoi discepoli, forse intendendo con essi gli apostoli, che ha appena scelto. In realtà Gesù parla alle folle che lo ascoltano e ai suoi discepoli, cioè semplicemente a chi ascolta le sue parole e vuole vivere di conseguenza. Matteo indica chiaramente a quale prezzo i cristiani saranno sale e luce del mondo: «Poveri, miti, assetati di giustizia, puri, perseguitati, operatori di pace». Sono le beatitudini vissute e testimoniate, i versetti 1-12 di questo stesso capitolo, quelli che precedono il brano che ci viene proposto oggi.

Capire le parole
* Moggio. Era un antico e grosso recipiente in legno, la cui capacità di contenere granaglie e altri alimenti è diventata col tempo unità di misura delle merci alimentari. Gesù avvisa che la lampada affinché faccia luce nella stanza non deve essere posta al di sotto dei mobili ma ben in evidenza e in alto.


IN SINTESI… Una settimana fa si diceva che Gesù è la luce del mondo, una luce che è venuta a illuminare un’umanità immersa nelle tenebre. Il brano di Matteo di oggi ci sorprende dicendo che Gesù chiede la stessa cosa anche ai suoi discepoli e a ciascuno di noi: cioè di essere anche noi luce davanti agli uomini e sale della terra. Ogni cristiano infatti dovrebbe riproporre nel suo piccolo l’esperienza di vita di Gesù, le sue scelte, la sua persona. Siamo al capitolo 5 di Matteo, quello che inizia con la proclamazione delle beatitudini, a cui seguono le linee di comportamento del discepolo, una sintesi della legge come viene proposta da Gesù.


La riflessione
(commento a cura di Maria Teresa Visonà)

Oggi il Vangelo ci parla di due realtà che conosciamo molto bene: il sale e la luce.
Partiamo dal sale, una cosa che si usa sempre in cucina.

Avete mai provato a mangiare, per esempio, una pastasciutta senza sale perché magari la mamma si è dimenticata di metterlo nell'acqua? A me è successo di fare questa dimenticanza e vi assicuro che quella pasta era proprio cattiva.

Che strano, vero? Eppure in quel piatto c'erano tutte cose buone: la pasta cotta correttamente, il ragù con la carne fatto a regola d'arte, il formaggio parmigiano reggiano... mancava però il sale, quella sostanza bianca che sembrerebbe insignificante ma senza la quale tutti i cibi non hanno gusto.

Il sale, infatti, non ha sapore di per sé ma, sciogliendosi, esalta il sapore del cibo.
Si dona e scompare.

Gesù, nel Vangelo di oggi, ci dice: “Voi siete il sale della terra”.

Pensate a quanto grande è questa affermazione. Non dice “impegnatevi ad essere sale” ma dice “siete già sale”, cioè quel qualcosa senza il quale tutto perde sapore, significato, gusto, bontà. Quanto grande è la fiducia che il Signore ha in noi!

Ma qual è il sapore che dobbiamo avere affinché ogni nostra azione diventi “sapida”, cioè dia gusto, gioia, serenità ad ogni persona che incontriamo?

È il “sapore di Cristo”: questo deve essere il sale che mettiamo in ogni cosa che facciamo.

E che sapore aveva Gesù? Noi lo sappiamo bene perché conosciamo il Vangelo dove ci viene raccontato molto chiaramente come faceva a “insaporire” di grazia, di bontà, di gentilezza, di compassione, di condivisione ogni sua azione.

Sappiamo bene quanto Lui si è donato (come dicevamo prima del sale) in tutta la sua esistenza terrena per il bene di tutti, e sappiamo anche che è scomparso (come dicevamo prima, appunto, del sale) nel senso che ha dato veramente la sua vita, è morto per noi, per salvarci dal peccato e dalla morte.

Allora, cosa essenziale per capire come essere “sale della terra” è leggere il Vangelo.

Voi lo fate? Leggete ogni giorno un pezzettino di questo Libro che ci insegna ad essere felici noi, a fare felici gli altri e a fare felice Gesù?

È importantissimo questo impegno che vi chiedo, direi che è necessario per essere quel sale che Gesù vuole che noi siamo.

Vediamo ora, facendo un po' di esempi, quando siamo sale che ha perso il sapore:

- quando voglio essere al centro dell'attenzione, esisto prevalentemente io, gli altri non mi interessano.

- quando parlo solo di me, delle mie cose, dei miei successi e non parlo agli altri di Gesù.

- quando non so volere bene, non so ascoltare, non mi so donare rinunciando a quello che mi costa, non solo a livello di cose, ma anche a livello di idee, di pensieri, di tempo.

- quando nei miei comportamenti seguo la massa, non sono “controcorrente”.

Oggi, infatti, è molto facile agire da “pecoroni” perché “tutti fanno così”. NO! Non è questo quello che Gesù vuole! Lui non vuole che seguiamo l'andazzo negativo che propone la società che ci incanta con false verità e false felicità! Noi dobbiamo seguire lui, il Figlio di Dio, che è “Via, Verità e Vita”.

Ora provate a pensare voi, ripercorrendo con la mente le vostre giornate, in quali altri momenti vi sembra di non essere quel “sale” che vuole Gesù perché, se diventiamo sale insipido - scrive l'evangelista Matteo - “a null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.

L'altra realtà importante di cui si parla nel Vangelo di oggi è la luce: “Voi siete la luce del mondo”.

Non è necessario che vi dica io quanto importante sia la luce per la nostra vita.
A partire dal sole... se non ci fosse, noi non esisteremmo.

Parlando di cose più terra-terra, pensiamo alle lampadine... quanti ruzzoloni faremmo se alla sera non ci fosse la luce che ci fa vedere dove mettiamo i piedi!

La luce non illumina se stessa, ma fa luce a noi. Non si fa vedere, ma “fa vedere”.

Fa vedere il bello che c'è nelle altre persone, le cose positive.

Chi è “luce” non critica, perché il negativo degli altri non lo vede proprio e, anche se lo vede, non lo illumina: illumina solo il bello affinché “venga alla luce” il Dio che è in ogni persona, il Dio che è venuto ad abitare dentro di noi dal giorno del nostro Battesimo.

Anche a proposito della luce Gesù ci dice che noi siamo già luce.
Lui ci vede già “illuminare” ogni persona che incontriamo.

Come? Con il nostro sorriso, la nostra disponibilità, la nostra pazienza, la nostra bontà, e così via...

Sappiamo che questo non è facile, lo sa anche il Signore Dio... Lui sa quanti sono i nostri limiti, sa quante volte sbagliamo, ma siamo figli suoi e questa è la dimostrazione più grande del suo amore. Ci ha adottato come figli dal momento del nostro Battesimo e ci vorrà bene per sempre, a prescindere dal fatto che ce lo meritiamo o no, perché il suo è un amore gratuito, un amore che ci vede “sale e luce” anche quando sbagliamo.

Importante però, da parte nostra, è ripetere un bel “SÌ” ogni giorno a Gesù, un SÌ che significa “io mi voglio impegnare”, “io cercherò di essere come tu mi vuoi”, “io voglio essere cristiano”, “io voglio seguirti come hanno fatto gli apostoli quando tu li hai chiamati”.

Allora, se viviamo il Vangelo, siamo luce che illumina, più che con le parole, con le nostre azioni quotidiane compiute per amore.

Per fare questo dovremo rinunciare a noi stessi un sacco di volte... rinunciare a qualche nostro desiderio, o idea, o gioco, rinunciare a dire parole sconvenienti, rinunciare a vendicarci se abbiamo subito un torto, rinunciare a pensare solo a noi, rinunciare al voler primeggiare...

Provate e vi accorgerete che queste vostre azioni saranno luce per gli altri che vedranno in voi Gesù, luce del mondo: questo è il modo per portare il Vangelo a tutti.

Nel rito del Battesimo il sacerdote consegna al papà del bambino battezzato una candela da accendere al cero pasquale, simbolo di Cristo risorto. Il significato di questo gesto è che il bambino sarà “illuminato” da Gesù che lo aiuterà a compiere sempre “azioni della luce”.

Non ci dobbiamo però preoccupare di quante persone riusciamo ad illuminare... l'importante è che riusciamo a vivere sempre “accesi”...

La vignetta di Fano

 

Alcune chiavi di lettura dell'immagine

Siamo Chiesa, sale per il mondo, nelle mani di Dio. Cerchiamo di avere le Mani Unite, di generazione in generazione, per essere sale e luce del mondo, per prenderci cura del Pianeta, la nostra Casa comune.

Non siamo insipidi. Per dare calore e sapore a questo mondo freddo e insapore, il Padre mette nelle mani della comunità ecclesiale il sale della Parola, della celebrazione dei sacramenti, del servizio e della testimonianza.

Il sale che dà più sapore è quello di coloro che trasmettono il Vangelo di Gesù nella loro vita quotidiana. Quella di quei cristiani che, in modo semplice ma impegnato, sanno che la loro esistenza è connessa a che il Regno di Dio si renda presente.

Domande per la settimana: dove si nota che sono sale? Sono davvero sale? Perché a volte adotto una postura “insipida” o senza impegno? Sento davvero che Dio Padre mi chiama ad annunciare la Buona Notizia?


#Strade Dorate: Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica per i ragazzi.



Un giovane prete di Genova ex dj da discoteca, don Roberto Fiscer, ha aperto una radio nel suo oratorio e tra le altre cose fa una brevissima trasmissione anche in video #Strade Dorate in cui spiega il vangelo della domenica per i ragazzi e con i ragazzi.

Dalla postazione radio di Radio Fra Le Note il sacerdote genovese Don Roberto Fiscer commenta il Vangelo della domenica 9 febbraio 2020 per i ragazzi

08/02/2020 Categoria: Torna all'elenco