Gruppo missionario

La missionarietà è una delle caratteristiche fondanti della Chiesa. Non c’è Chiesa se non c’è la voglia di testimoniare il vangelo e di annunciarlo con le opere, le parole, la vita, l’esempio. La vita di ogni comunità cristiana poggia infatti sui tre pilastri dell’annuncio della Parola di Dio (catechesi), della liturgia (celebrazione) e della testimonianza della carità (servizio).

Oltre alle diverse iniziative singole a sostegno di missionari o altre proposte occasionali (vedi adozioni a distanza, negozi equosolidali, stampa missionaria, ecc.), anche nella nostra Valle si è costituito un gruppo di persone che ha come scopo di tenere viva nelle parrocchie l’attenzione verso la missionarietà e l'apertura della comunità cristiana e, in qualche circostanza, organizzare anche qualche raccolta di soldi o di altri beni a sostegno delle opere missionarie.

Per saperne di più, puoi consultare il sito www.centromissionariocomo.it oppure, per uno sguardo nazionale, vai su: www.chiesacattolica.it, alla voce “missio” .

Avvisi

@ La posta di Chiara: L’impegnativo tempo nuovo del dopo-coronavirus

@ La posta di Chiara: L’impegnativo tempo nuovo del dopo-coronavirus

Secondo alcuni la pandemia ha rallentato i ritmi della nostra vita. Questo ci darebbe la possibilità di fare di meno ma di fare meglio e di pensare di più. Sei d’accordo? Lucia

La pandemia ha rallentato, nostro malgrado, i ritmi della nostra vita, cara Lucia, stravolgendo i nostri stili di vita! Il tempo del lockdown non è stato facile! Siamo tutti ben consapevoli che, oltre allo smarrimento, al dolore sperimentato nella nostra carne, alle lacrime e alla tristezza, abbiamo vissuto solitudine, paura, fatica; la “clausura” imposta ci ha impedito persino di continuare a vivere le relazioni familiari, gli impegni, gli hobby e altro. 

Le nostre giornate hanno subito notevoli e, a volte estenuanti, rallentamenti, che, tuttavia, ci hanno donato di riscoprire e forse “rigustare” uno stile di vita più sobrio e semplice, sconosciuto alle ultime generazioni.

In quelle indimenticabili settimane, la solitudine e la solidarietà si sono prese per mano,

come per camminare insieme; ancora, il sacrificio e il dono di noi stessi hanno ritrovato in Dio e nella preghiera domestica la propria forza e il proprio fondamento. 

Non possiamo negare che il Covid ci ha cambiato “dentro”, nel cuore: ferendoci negli affetti e persino nella dignità, ci ha resi più sensibili e solidali fra di noi. 

Il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, presente alla cerimonia di commemorazione dedicata alle vittime bergamasche del Covid 19 presso il piazzale antistante il nostro cimitero monumentale, ha evidenziato molto realisticamente: «Questi mesi, contrassegnati da tanta, intensa, tristezza, ci hanno certamente cambiato. (…) Dire che, d’ora in poi, la nostra vita non sarà come prima non è la ripetizione di un luogo comune. (…) Non sarà come prima perché la sofferenza collettiva, che all’improvviso abbiamo attraversato ha certamente inciso, nella vita di ciascuno, sul modo in cui si guarda alla realtà. Sulle priorità, sull’ordine di valore attribuito alle cose, sull’importanza di sentirsi responsabili gli uni degli altri».

Non è da sottovalutare, tuttavia, la difficoltà di dare concretezza a questo cambiamento interiore

attraverso stili di vita e opzioni concrete diversi rispetto a quelli a cui eravamo abituati, scelte che abbiano un “sapore” profetico, in grado di esprimere quell’ “oltre” che tutti abbiamo intravisto, seppure tra lacrime e lutti, nella tragedia che abbiamo vissuto. 

La crisi che stiamo attraversando su molti fronti è globale: essa ci interpella non solo personalmente o comunitariamente, ma globalmente, interrogando addirittura le sofisticate leggi del mercato, fondate sulla mondanità, sullo sfruttamento delle risorse, sulle ingiustizie fra i popoli, su culture spesso disumane.

La pandemia ha avuto il potere di “spazzare via”, come casa costruita sulla sabbia, ciò che credevamo essere il fondamento sicuro per la nostra vita: «Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande» (Mt. 7,27). Lo scossone subito ha avuto, quindi, ripercussioni in ogni ambito della nostra società, dall’economia alla sanità, dalla scuola al tempo libero, ecc., persino nella nostra relazione con Dio e con la Chiesa. 

Significativo è stato allora l’invito del nostro capo dello Stato

ad uscire da quanto avvenuto «…guardando avanti. Con la volontà di cambiare e di ricostruire che hanno avuto altre generazioni prima della nostra. La strada della ripartenza – ha continuato il Presidente – è stretta e in salita. Va percorsa con coraggio e con determinazione. Con tenacia, con ostinazione, con spirito di sacrificio».

Rimbocchiamoci, allora, le maniche, e, per quanto ci è possibile, proviamo a riformulare una nuova gerarchia di valori che tenga conto della nostra estrema vulnerabilità.

Chiara - monaca clarissa


Da www.santalessandro.org

04/07/2020 Categoria: Torna all'elenco